“Se dovessimo prendere per buone tutte le voci che si rincorrono intorno alla strage Borsellino, se dovessimo dar retta alle stupidaggini o - peggio - alle menzogne sapientemente propagate sull'uccisione del procuratore di Palermo” potremmo “tranquillamente scrivere” che “bisogna rifare tutto, bisogna ricominciare daccapo perché Giuseppe Graviano detto "Madre Natura" è innocente, infamato, tirato a forza nella strage e per oscure ragioni. Trascinato nell'inferno delle investigazioni da un falso pentito - Gaspare Spatuzza - che aveva sbugiardato un altro falso pentito il pupo Vincenzo Scarantino - abilmente manovrato da apparati per confondere e depistare”.
È questa l’analisti della storica firma di Repubblica, Attilio Bolzoni (oggi in forza al Domani).
In sintesi accettare il teorema ‘mafia-appalti’ significa buttare letteralmente a mare verità storiche e giudiziarie ormai consolidate, il che vuole dire aprire una “seconda clamorosa revisione del processo Borsellino” che “capovolgerebbe scenari criminali ed espellerebbe dall'inchiesta i terribili fratelli Graviano che tanto hanno parlato male dell'ex premier Silvio Berlusconi”.
Ecco il vero intento: ritagliare in maniera chirurgica il perimetro delle indagini così che non arrivi ai mandanti e ai complici eccellenti delle stragi.
È vero, come scrive Bolzoni, che non abbiamo “la palla di vetro” o qualche “atto riservato dell'inchiesta (al contrario di qualche parlamentare della commissione antimafia che li ha divulgati, e non tanto per nobili ragioni di giustizia, ma per il puro intento di sputtanare): tuttavia abbiamo fior fiore di sentenze con il sigillo della Cassazione.
Che cosa certificano tali sentenze?
Che ci sono state delle entità esterne a Cosa nostra, che è stato ideato e organizzato il ‘più grande depistaggio’ della storia d’Italia (sentenza Borsellino quater), che ci fu un’accelerazione dei tempi dell’esecuzione della strage, che Riina era stato eterodiretto e via elencando.
Tutto questo potrebbe essere cancellato con un colpo di penna.
“Il movente di ‘mafia e appalti’ che piace alla destra, alla presidente dell'Antimafia Chiara Colosimo che della Meloni è fedelissima, che piace al generale dei carabinieri Mario Mori ancora indagato a Firenze nell'ambito delle stragi del 1993, escluderebbe la partecipazione di ‘Madre Natura’ e coinvolgerebbe altri fratelli di mafia, i Buscemi di Boccadifalco, quelli che conducono a un altro grande capitano d'industria italiano, Raul Gardini, in qualche modo socio di Totò Riina attraverso la ‘Calcestruzzi Spa’ e morto suicida (pare) con una pistolettata alla tempia il 23 luglio del 1993. Questa è la pista che porterebbe dritta dritta a un'altra revisione del processo Borsellino” ha scritto Attilio Bolzoni sottolineando l’altro elemento che sta scomparendo in questa confusa cacofonia: l’agenda rossa. “Nessuno parla più della famosa agenda rossa, quella sparita, quella che i familiari del magistrato hanno disperatamente e inutilmente cercato - ha scritto - Ora il movente è solo "mafia e appalti", ora ogni filo parte e arriva da un'indagine dei carabinieri dei reparti speciali naufragata - secondo i carabinieri di quei reparti speciali - per colpa di magistrati corrotti o paurosi, magistrati che direttamente o indirettamente avrebbero isolato Paolo Borsellino e quindi l'avrebbero esposto al pericolo di un attentato che poi è puntualmente avvenuto”.
“C’è molto interesse da parte di qualcuno a scartare moventi che legano mafia ed eversione nera, mafia e forze politiche che hanno condizionato la vita dell'Italia negli ultimi decenni, mafia e apparati” ha concluso Bolzoni.
Fonte: ilDomani
Foto © Imagoeconomica
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