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Nella seduta di questa mattina, la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha conferito al presidente Alberto Balboni (FdI), relatore del provvedimento, il mandato a riferire in aula sul ddl "Conflitto di interesse in commissione Antimafia". Oggi infatti si è concluso l'esame degli emendamenti, tutti respinti, e il provvedimento è stato licenziato senza modifiche. La conferenza dei capigruppo di oggi ha programmato l'approdo in aula del testo per la settimana dal 7 al 9 ottobre.
"L'ok in commissione Affari Costituzionali al Ddl sui presunti conflitti di interesse in commissione Antimafia dimostra che la maggioranza sta trasformando in norma il suo odio politico verso il M5S e verso i magistrati, e in particolare verso Cafiero De Raho e Scarpinato. Stanno portando avanti un provvedimento incostituzionale, che calpesta palesemente la libertà di mandato dei parlamentari, una legge scritta in modo raffazzonato solo per fare fuori due persone a loro sgradite” ha detto la vicepresidente del gruppo M5S al Senato e capogruppo in commissione Affari Costituzionali Alessandra Maiorino.
Secondo la loro tesi - ha continuato - e andando contro ogni logica, due magistrati antimafia sarebbero in conflitto di interessi nell'occuparsi di lotta alla mafia in Parlamento e a stabilirlo possono essere loro stessi con una banale votazione a maggioranza, senza tipizzare in alcun modo cosa si intende per conflitto di interessi, impedendo un ricorso alla Corte Costituzionale da parte dei parlamentari privati dei loro diritti. In compenso, secondo i partiti di governo non è in conflitto di interessi il componente della commissione antimafia che ha un parente stretto condannato per mafia".
Secondo il senatore Stefano Patuanelli la maggioranza ha trasformato “il loro odio politico in una norma contra personam. Pensateci un attimo: due magistrati che hanno speso la vita nella lotta alla mafia, secondo questa maggioranza sarebbero in conflitto di interessi a occuparsi di lotta alla mafia in Parlamento. Se non fosse un attacco vergognoso alla Costituzione e alla libertà di mandato dei parlamentari, ci sarebbe da ridere. Ma non c'è nulla da ridere: questa non è una legge per combattere il conflitto di interessi; è una legge per zittire chi dà fastidio; è una legge per colpire chi ha le mani libere nella lotta alle mafie. Stanno calpestando le istituzioni e la dignità delle istituzioni stesse, per colpire chi, come De Raho e Scarpinato, non si piega e non si farà piegare".

Foto © Imagoeconomica 

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