L'ex magistrato ascoltato per 12 ore dai pm di Caltanissetta
L'ex magistrato Gioacchino Natoli, difeso dagli avvocati Fabrizio Biondo, Ettore Zanoni e Ninni Reina, è stato ascoltato venerdì scorso per dodici ore dai pubblici ministeri della procura di Caltanissetta, diretta da Salvatore De Luca, in merito alle accuse di favoreggiamento a Cosa nostra legate al presunto insabbiamento dell'inchiesta "mafia e appalti" degli anni '90 riguardante le infiltrazioni di Cosa nostra nelle aziende del Gruppo Ferruzzi.
Secondo l’accusa, Natoli sarebbe stato “istigato” dall’ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco, morto nel 2018.
L'ex capo della Corte d'Appello di Palermo ha ribadito di aver operato correttamente, come riportato da 'Repubblica', sostenendo di non aver ricevuto comunicazioni rilevanti dalla Guardia di Finanza riguardo alle intercettazioni dell’inchiesta. In particolare alle intercettazioni che coinvolgevano il boss Franco Bonura, l’ex politico democristiano Ernesto Di Fresco e i fratelli Buscemi.
Tali conversazioni erano contenute in brogliacci (trascrizioni preliminari) ritrovate recentemente dal Gico (Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata) della Guardia di Finanza di Caltanissetta nell'archivio del Palazzo di Giustizia di Palermo.
Il ritrovamento è significativo perché i brogliacci contengono spunti investigativi che, secondo l’accusa, furono ignorati all’epoca.
Natoli davanti alla commissione parlamentare antimafia aveva dichiarato di non averne saputo nulla: "Dalle intercettazioni che mi furono comunicate non emergevano elementi rilevanti".
Inoltre sempre all'ex magistrato palermitano era stato contestato anche di avere ordinato la distruzione delle bobine e dei brogliacci; che però sono stati recuperati tutti.
Per i pm ora è importante capire chi e come avrebbe ignorato le intercettazioni sul boss Bonura che nel gennaio del 1992 fu assolto dalla corte d’assise d’appello dall’accusa di un duplice omicidio.
Nei brogliacci, come riporta sempre Repubblica, i finanzieri hanno identificato chiaramente Di Fresco, che si esprimeva con toni affettuosi nei confronti del costruttore boss Bonura. Eppure, quell’identificazione fatta nei brogliacci "non compare nei documenti consegnati a Natoli”, si legge nel quotidiano. Le indagini sono ancora in corso.
Fonte: Repubblica
Foto © Paolo Bassani
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