Pietro Orlandi: “Uno è custodito nella banca vaticana e porta il nome di mia sorella”
Due fascicoli potrebbero fare luce sul caso di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983. A renderlo noto è stato Il Fatto Quotidiano, riportando le dichiarazioni del fratello, Pietro Orlandi. Secondo quanto riferito, uno dei due dossier si troverebbe all’interno dello Ior, la banca vaticana, e sarebbe intitolato “Emanuela Orlandi”.
“Il documento - ha spiegato Pietro Orlandi - è depositato in una zona dell’archivio a cui hanno accesso pochissimi autorizzati”, mentre l’altro fascicolo sarebbe quello che, a partire dal 2013, è stato per un periodo sulla scrivania dell’allora Papa Ratzinger, come riferito a Orlandi da Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI coinvolto anche nella fuga di notizie nota come “Vatileaks”. “Di questo fascicolo - ha proseguito Orlandi - era a conoscenza l’allora comandante della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, il quale aveva informato anche Alessandro Diddi, promotore di Giustizia del Vaticano. Giani temeva che circolassero copie del documento e non si fidava di Paolo Gabriele, pensando che potesse averne fatte delle fotocopie. Ho già richiesto più volte un incontro con il nuovo Papa Prevost e spero che Leone XIV mi riceva e mi ascolti, perché un suo intervento potrebbe essere decisivo per arrivare alla verità definitiva e ottenere giustizia. Papa Francesco, così come il suo predecessore Ratzinger, non hanno mai voluto parlare del nostro dramma, né hanno dato un contributo fondamentale per svelare tutti i misteri. Continuo a sostenere che, in questa drammatica vicenda, Emanuela sia stata usata per ricattare qualcuno molto in alto, probabilmente all’interno del Vaticano”. Parallelamente, prosegue l’indagine della Commissione parlamentare italiana che si occupa del caso. In uno degli ultimi sviluppi è stato ascoltato anche Alfonso Montesanti, un uomo che negli anni Ottanta aveva una relazione con Patrizia De Lellis, una giovane che frequentava lo stesso corso di canto corale di Emanuela presso la scuola di musica “Tomaso Ludovico da Victoria”, situata nel Palazzo di Sant’Apollinare. Durante la sua testimonianza, Montesanti ha raccontato che il suo matrimonio con Patrizia durò appena un mese. Riguardo al giorno della scomparsa di Emanuela, il 22 giugno 1983, ha dichiarato di non ricordare dove si trovasse. Tuttavia, ha riferito di essere stato convocato all’epoca dalla polizia, che voleva sapere se conoscesse Emanuela o se fosse a conoscenza di informazioni utili. Gli sembrò che nemmeno gli agenti credessero davvero che potesse avere qualcosa a che fare con la sparizione.
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