Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Gli USA portano avanti la loro di guerra e stanziano milioni di dollari per chi condivide informazioni utili contro i narcos 

A Sinaloa, uno dei territori messicani simbolo del narcotraffico mondiale, le autorità hanno fatto una scoperta agghiacciante: venti corpi senza vita, alcuni decapitati, lasciati appesi a un ponte nella capitale Culiacán. Quattro di questi corpi erano sospesi al ponte, mentre gli altri si trovavano all’interno di un furgone parcheggiato proprio sotto la struttura. Mentre, le teste mozzate sono state rinvenute all’interno di un borsone lasciato accanto ai cadaveri. Nei pressi della scena del crimine è stato trovato un biglietto firmato “La Mayiza”, un gruppo criminale guidato dal figlio di uno dei fondatori storici del cartello di Sinaloa. 

Questo ennesimo massacro rappresenta un’escalation di violenza che da tempo insanguina la regione, frutto della lotta interna al cartello di Sinaloa, una delle organizzazioni criminali più potenti al mondo. La guerra è riesplosa dopo l’arresto di due figure chiave: Ismael “El Mayo” Zambada - cofondatore del cartello insieme al celebre El Chapo - e uno dei figli di quest’ultimo. Entrambi sono stati catturati a El Paso, in Texas, dopo essere giunti con un piccolo aereo. L'arresto ha innescato accuse di tradimento all'interno della famiglia criminale: El Mayo avrebbe accusato i figli di El Chapo di averlo venduto agli americani. Da quel momento, due fazioni del cartello sono entrate in guerra: da un lato i figli di El Chapo, noti come “Los Chapitos”, ancora liberi in Messico; dall’altro, il figlio di El Mayo, a capo di “La Mayiza”. Ma negli ultimi giorni la situazione si è ulteriormente aggravata: secondo le autorità americane, i Chapitos avrebbero stretto un’alleanza con il cartello di Jalisco New Generation (CJNG), l’altro grande colosso del narcotraffico messicano. 

Si tratta di una possibile alleanza ad alto impatto stategico, che potrebbe cambiare drasticamente gli equilibri di potere. Non solo rafforzerebbe il fronte guidato dai Chapitos, ma potrebbe ridisegnare l’intera mappa del narcotraffico in Messico e a livello internazionale. I due cartelli, infatti, non operano soltanto sul territorio messicano: hanno ramificazioni in tutto il mondo; soprattutto per quanto riguarda il mercato del fentanyl. È anche per questo che l’amministrazione Trump sta da tempo esercitando pressioni sul governo messicano per aumentare la repressione del traffico di droga, con un focus particolare proprio sul fentanyl. 

Recentemente, Ovidio Guzmán, figlio di Joaquín "El Chapo" Guzmán, pare abbia iniziato una collaborazione con le autorità statunitensi per giungere a un patteggiamento con il Dipartimento di Giustizia americano. Una circostanza che avrebbe spinto ben 17 dei suoi familiari, inclusa la madre, a recarsi negli Stati Uniti in collaborazione diretta con l’FBI e l’intelligence americana. Inoltre, l’amministrazione Trump ha deciso di intensificare ulteriormente la pressione sui narcotrafficanti, stanziando 11 milioni di dollari come ricompensa per informazioni che portino ad arresti eccellenti. Un programma che sembra stia già dando i suoi frutti, con decine di arresti tra le figure chiave del narcotraffico. 

Tuttavia, l’azione avviata dall’attuale amministrazione americana, pur avendo colpito duramente il cuore dei cartelli della droga - in particolare quelli messicani - ha innescato anche un’escalation di violenza in territorio messicano. Solo negli ultimi mesi si sono registrati numeri mai raggiunti prima in termini di morti ammazzati e persone scomparse, a causa delle lotte interne ai cartelli, ora ancora più aggressivi nei confronti di chi collabora con la giustizia americana. 

ARTICOLI CORRELATI

La resa dei Guzmán: 17 familiari di El Chapo volano con l'FBI negli USA

Messico: arrestati negli Usa 'El Mayo' e il figlio di 'El Chapo', i narcoboss di Sinaloa

Messico: estradato negli Stati Uniti Ovidio Guzmán, il figlio di ''El Chapo'' 
 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos