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Una sala piena quella che a Casteldaccia (PA), il luogo della “strage sul lavoro” del 6 maggio 2024, ascolta gli interventi dei due autori del libro “Operaicidio”, il magistrato Bruno Giordano ed il giornalista Marco Patucchi. 
Un tema su cui evidentemente non si ha ancora la giusta e concreta percezione: i morti sul lavoro. Operaicidio parte da una idea che rispetto a determinati fenomeni si arriva a una definizione (femminicidio, genocidio) e quindi anche operaicidio è fin neologismo che va usato. Una parola che descrive un fenomeno specifico e che lo riempie di contenuti.
Bruno Giordano: “Un libro che sbatte in faccia tutto quello che noi sappiamo che forse non ci lasciano dire. Non sono morti sul lavoro, questi sono omicidi ed è una cosa diversa. Cominciamo a usare bene le parole. Parlare di omicidio vuol dire parlare anche di responsabilità. Quale dovrebbe essere una giustizia effettiva ed efficace? Dobbiamo fare i conti per esempio con la certezza dell’accertamento della verità e anche dei risarcimenti, fatto tutt’altro che secondario. La giustizia è tale se arriva presto ed in tempi certi, evitando il rischio della prescrizione". 


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Il libro che parte da una idea che rispetto a determinati fenomeni si arriva a una definizione (femminicidio, genocidio e quindi anche operaicidio). Una parola che descrive un fenomeno e che lo riempie di contenuti. “Dopo le morti e le stragi spesso veniamo, come rappresentanti sindacali, chiamati a raccontare o a dichiarare qualcosa, parole al vento, ahimè. Come Fillea Palermo ieri abbiamo avuto un incontro purtroppo deludente in cui, a nome anche dei familiari delle vittime, cercavamo di trovare soluzione nel fare rete” ha ricordato il segr. gen. Fillea Cgil Palermo, a cui ha fatto eco l’intervento di Giovanni Pistorio, segr. gen. Fillea Sicilia: “Penso che con la giusta attenzione e senza timore reverenziale occorre agire, il diritto altrimenti rimane lettera morta...". 
Occorre mettere in campo una associazione nazionale delle vittime: “proviamo a costruire alleanze, come la giornata di oggi, se le storie singole non vengono raccontate nella loro dimensione collettiva mancano di forza” ha ribadito il segr. nazionale della Fillea Cgil.
Presenti a Casteldaccia anche la famiglia Giordano, familiari di una vittima, e Monica Garofalo. 
Acceso e controverso il dibattito sul reato di omicidio sul lavoro, poichè in virtù delle leggi esistenti, i rinviati a giudizio sono spesso lavoratori, e questo è assurdo. Serve, come chiede la CGIl da anni, una legge sulla rappresentanza. Sul tema c’è un grande problema politico evidentemente, oltre che culturale, un tema a cui tutti noi non possiamo sottrarci per la dignità stessa della nostra civiltà. Chi esce al mattino per andare a lavorare deve poter tornare a casa, sempre. 

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