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A margine della presentazione del libro 'Contro le due Destre' ANTIMAFIADuemila ha intervistato l’ambasciatrice Elena Basile

Si è parlato di poteri forti, di lobby, di grandi coordinamenti, di grandi gruppi che pesano sulla politica che cerca di portare pace e di fermare il genocidio in corso a Gaza. Lei questi poteri dove li identifica?

Oggi è stata una giornata importante: questo convegno al Senato, aperto dal senatore Scarpinato, a cui ha partecipato anche il Presidente Conte, credo che ponga una domanda fondamentale. È possibile oggi un'alternativa? Un'alternativa in politica economica? Un'alternativa in politica estera? Visto che, purtroppo, la destra radicale moderata in Italia — ma diciamo la destra moderata in Europa — e i socialisti europei da anni ormai hanno le stesse politiche, guidati come sono dal cosiddetto vincolo esterno, cioè dai diktat europei. Guardate, io credo che la contrapposizione sovranisti ed europei, o populisti e democratici, o democrazie e autocrazie... queste opposizioni non esistono veramente, sono creazioni dello spazio mediatico, che oggi produce significati nell'assenza di una vera e propria politica.

Ora, la speranza di tutti gli intervenuti in questo libro — che vi spingo a leggere — Le due destre, con contributi di Marco Revelli in tutti i settori (nella politica estera ci sono io, c’è anche Alberto Bradanini; politica economica, c’è Clara Mattei, c’è il giornalista Dragoni; insomma c’è Giovanni Greco che è uno scrittore che parla di cultura)... Bene, in questo libro ci domandiamo: è possibile un’alternativa? 

E questo significa un’alternativa anche alle guerre, al riarmo dell’Europa in versione antirussa, al riarmo dell’Europa che serve soprattutto a portare la bolla speculativa del debito — che prima era in America — e a rifinanziare l’economia trasferendo quello stato profondo dall’America all’Europa. Lo stato profondo si esprime nell’intelligence, si esprime nelle burocrazie europee, si esprime purtroppo anche nei socialisti europei, non solo nelle destre. 

Il genocidio di Gaza, che oggi finalmente è stato sdoganato... Io, per averne parlato dopo le prime migliaia di morti, quando mi sono resa conto che non c’era una guerra israeliana, ma c’era una pulizia etnica in corso, con bombardamenti di civili... Dunque, per averlo fatto — in questo, per me, sono fiera di averlo fatto in anteprima — ho meritato però la querela, purtroppo per antisemitismo, la querela da parte della senatrice Segré, persona che io rispetto, e sono veramente allibita per questa accusa infamante, contraria alla mia storia, a tutto quello che ho scritto nei libri di politica internazionale, nei miei articoli sul Fatto Quotidiano, ma anche nei miei libri di letteratura e in tutti i miei interventi. È un’accusa vergognosa e ingiusta, perché criticare le politiche di Israele — affermare, come l’unico organo legislativo delle Nazioni Unite, la Corte Internazionale di Giustizia ha affermato, chiedendo a Israele di riferire sulle misure che avrebbero evitato il genocidio... In altre parole, ha detto: guardate, c’è un tentato genocidio. Chiediamo a uno Stato di presentare le prove che sta cercando di evitarlo. Prove che Israele naturalmente non ha mai presentato, e quindi possiamo dire che il massimo organo legislativo delle Nazioni Unite ha considerato il genocidio plausibile. E oggi dobbiamo dirlo, perché nel momento in cui riconosciamo il genocidio in corso, scattano delle misure di diritto internazionale che isolerebbero veramente Israele: quindi la fine della cooperazione politica, economica, militare da parte dell’Occidente, che oggi è complice di questo genocidio. 

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