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È stata schiaffeggiata la memoria cercando di rinchiuderla, mortificata, nel baule dell’oblio

“Non chiedeteci il silenzio”, questa l’esortazione/titolo utilizzato dai giovani studenti palermitani per la loro manifestazione contro la Mafia in occasione della cerimonia commemorativa della strage di Capaci, nella quale insieme al giudice Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo persero la vita gli uomini della sua scorta, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Intendevano il silenzio di chi si vorrebbe non parlasse, nel denunciare verità negate, falsa giustizia, connivenze, collusioni, ipocrisie della politica e di certe istituzioni indegne di questo nome.
Hanno forse capito male i rappresentanti di quello Stato nel quale a fatica riusciamo a riconoscerci e così distante da valori e principi sui quali dovrebbe fondarsi.
Hanno capito male il 23 maggio scorso a Palermo e, al silenzio, non hanno fatto partecipare questi giovani che, in corteo, si stavano avvicinando (erano entrati nell’angolo di Via Notarbartolo alle 17:43) proprio al luogo della commemorazione presso l’Albero Falcone e sarebbero stati puntuali a questo appuntamento che ogni anno si rinnova alle ore 17:58.
Hanno capito male e, con dieci minuti di anticipo, il silenzio di ordinanza scandito dalla tromba di un agente di polizia ha accompagnato quello dei presenti nella piazza, che nel frattempo incrociavano sguardi perplessi guardando l’orologio.
È vero, come qualcuno ha fatto notare, che la memoria non è un cronometro, ma è altrettanto vero allora che, per onorare la memoria di morti di stragi e attentati di mafia o terrorismo, è offensivo portare sui palchi personaggi indegni di essere lì a ricordare, insieme a chi non ha bisogno né di cronometri né di trombe di ordinanza per onorare la memoria dei propri cari.

E allora aggiungiamo: la memoria non è un cronometro, ma non ha nemmeno fretta, soprattutto quando inserita in un contesto di ritualità cui deve essere riconosciuto il suo valore, nell’indirizzare in quel momento, a quella precisa ora, un pensiero corale nel ricordo di anime che riprendono vita tutte insieme mentre ne viene scandito il loro nome, facendo cogliere ai familiari che li sentono ricordare il calore solidale della comunità.
Dovrebbero conoscere, le istituzioni, il significato della ritualità e quanto sia importante quando, oltre alla forma, si arricchisca di sostanza.
Nel negare questo momento di ritualità collettiva, si schiaffeggia la memoria cercando di rinchiuderla, mortificata, nel baule dell’oblio, delle verità negate insieme a certa storia del nostro Paese, per molti scomoda da ricordare.
Non chiedeteci il silenzio, lo diciamo ora noi, come Coordinamento nazionale delle associazioni di vittime delle stragi e attentati, nel manifestare e rinnovare la nostra vicinanza oltre che ai familiari delle vittime della strage di Capaci, a quei tanti giovani cui lo Stato, quello Stato così inadeguatamente rappresentato su certi palchi e scranni, e non solo a Palermo, dovrebbe chiedere scusa, non solo per negargli prospettive di democrazia e libertà per il futuro, ma cercando di cancellare anche la memoria del passato, in un presente dove proprio i principi di democrazia e libertà si stanno dissolvendo come quella nube di fumo e morte che si alzò il 23 maggio 1992 a Capaci alle 17:58.

E, mentre nell’indifferenza, anche di quella politica che dovrebbe far sentire, anche se flebile, la sua voce di opposizione in Parlamento, si sta consumando un'altra strage, quella delle libertà costituzionali violate dal decreto di sicurezza e dal suo articolo 31, mentre il decreto d’urgenza sta per essere approvato alla Camera dei Deputati nei prossimi giorni, come Coordinamento nazionale delle associazioni di familiari di vittime di stragi e attentati facciamo nostro proprio lo slogan dei giovani palermitani, rafforzandone ulteriormente il significato e chiediamo, per l’ennesima volta, di poter essere auditi, prima del voto in Senato, dalle commissioni che stanno esaminando il decreto sicurezza, per rappresentare la nostra posizione in merito.
Lo stiamo chiedendo da tempo con ripetuti appelli, totalmente disattesi, inviati anche al Presidente della Repubblica.
Nessuno vi ha chiesto di sperare nel nostro silenzio, ma, soprattutto, nessuno ha chiesto, a voi istituzioni, questo tipo di silenzio.

FIRMATARI:

Paolo Bolognesi
Presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna

Salvatore Borsellino
Presidente Movimento Agende Rosse e fratello del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nella strage di Via d’Amelio

Sergio Amato
Figlio del Giudice Mario Amato, ucciso dai NAR

Nunzia Agostino
Sorella dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini

Flora Agostino
Sorella dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini

Paola Caccia
Figlia del magistrato Bruno Caccia, ucciso a Torino dalla ‘Ndrangheta

Giuseppa Catalano
Sorella dell’agente di polizia Agostino Catalano ucciso nella strage di Via d’Amelio

Tommaso Catalano
Fratello dell’agente di polizia Agostino Catalano ucciso nella strage di Via d’Amelio

Daniele Gabrielli
Vicepresidente Associazione tra i Familiari delle Vittime della strage di Via dei Georgofili.

Roberta Gatani
Nipote del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nella strage di Via d’Amelio

Luana Ilardo
Figlia di Luigi Ilardo, ucciso a Catania mentre stava per entrare nel programma di protezione per i collaboratori di Giustizia.

Angela Manca
Madre dell’urologo Attilio Manca, ucciso dalla mafia

Gianluca Manca
Fratello dell’urologo Attilio Manca, ucciso dalla mafia

Rosaria Manzo
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage del Rapido 904

Manlio Milani
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage di Piazza della Loggia

Brizio Montinaro
Fratello dell’agente di polizia Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci

Donata Montinaro
Sorella dell’agente di polizia Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci

Nino Morana
Nipote dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini

Stefano Mormile
Fratello dell’educatore carcerario Umberto Mormile, ucciso dalla ‘Ndrangheta

Nunzia Mormile
Sorella dell’educatore carcerario Umberto Mormile, ucciso dalla ‘Ndrangheta

Federico Sinicato
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage di Piazza Fontana

Franco Sirotti
Fratello di Silver Sirotti, vittima della strage del Treno Italicus

Foto © Davide de Bari

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