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Rapporto della Polizia Postale

Pedopornografia, adescamento online, sextortion, revenge porn, cyberbullismo e l’esposizione a contenuti violenti o inappropriati, come materiale “gore” o legato all’autolesionismo. Social media, app di messaggistica e videogiochi online, pur essendo ambienti prediletti dai giovani, rappresentano terreno fertile per predatori digitali che sfruttano la manipolazione affettiva per adescare vittime, spesso attraverso profili falsi o challenge rischiose. È questo il quadro che emerge dall’ultimo rapporto della Polizia Postale in occasione della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e Pedopornografia, celebrata ieri 5 maggio: gli investigatori hanno analizzato, nel 2024, 42.231 siti, un aumento esponenziale rispetto al 2023, oscurandone 2.775 per contenuti di sfruttamento sessuale minorile. I casi trattati sono saliti a 2.828 (da 2.702), con 147 arresti (da 108) e 986 perquisizioni (da 927), segno di un approccio investigativo più capillare. Le denunce in stato di libertà (1.037, da 1.131) e gli indagati (1.184, da 1.239) sono leggermente diminuiti, riflettendo un focus su soggetti di maggiore pericolosità.
I dati del primo trimestre 2025 mostrano un ulteriore rafforzamento: i casi trattati sono aumentati del 10%, gli arresti del 293% (118), gli indagati del 53% (427) e le perquisizioni del 28%. I siti inseriti nella Black List sono cresciuti del 2% (2.803), mentre quelli visionati sono calati del 31% (5.716), indicando un monitoraggio più mirato. L’adescamento online ha registrato un incremento del 27%, con un picco nella fascia 14-16 anni (+113%).
Numeri agghiaccianti che riflettono una vera e propria epidemia che non accenna a diminuire.
I dati rivelano come il rischio si distribuisca diversamente tra le fasce d’età. I bambini tra 0 e 9 anni, con 26 casi nel 2024 (in calo dai 32 del 2023), sono particolarmente fragili, spesso avvicinati da adescatori nascosti dietro falsi profili nei giochi online, sfruttando l’entusiasmo per una vittoria virtuale. La fascia 10-13 anni, con 207 casi stabili, è la più esposta: in questa fase, i minori esplorano autonomamente social media e chat, diventando facili prede di manipolatori che fingono interessi comuni per guadagnarne la fiducia. Gli adolescenti tra 14 e 16 anni, con 141 casi nel 2024 (+24% rispetto al 2023) e un ulteriore boom nel 2025, sono a rischio per pratiche come il sexting, spesso indotte da ricatti o minacce, alimentate dalla loro curiosità per la sessualità e dalla percezione di sicurezza nel mondo digitale.
Tra i fenomeni più gravi spicca la sextortion, un ricatto sessuale che spinge le vittime a condividere immagini intime sotto minaccia di diffusione, con conseguenze psicologiche devastanti come ansia, depressione e autolesionismo. Il revenge porn, pur in netto calo (-79% nel 2025, con soli 2 casi tra i 14-17 anni), rimane una forma di violenza online con effetti profondi sui minori. Il cyberbullismo è in crescita, spesso legato alla diffusione di immagini intime in chat di gruppo, che trasformano le vittime in bersagli di campagne denigratorie, conducendo a isolamento e vergogna. Le social challenges e i cosiddetti “gruppi dell’orrore”, dove circolano contenuti violenti come esecuzioni o torture, rappresentano un pericolo crescente, desensibilizzando i giovani e compromettendone lo sviluppo emotivo. L’intelligenza artificiale generativa, usata per creare materiale pedopornografico o simulare conversazioni credibili con minori, è una nuova frontiera del crimine, affrontata con il recente disegno di legge del 20 marzo 2025. Le operazioni condotte dalla Polizia Postale hanno segnato successi significativi. L’operazione Tabù, condotta infiltrandosi nella piattaforma Viper, ha portato a 9 arresti e 17 indagati, smantellando gruppi dediti allo scambio di materiale pedopornografico. Con La Croix, un’azione sotto copertura su Telegram ha permesso di identificare 33 utenti, con 3 arresti – tra cui un parroco – e 30 indagati. L’operazione Stream, in collaborazione con Europol, ha colpito la piattaforma dark web “KidFlix”, utilizzata per contenuti pedopornografici, portando a 4 arresti, 11 denunce e il sequestro di 9 wallet cripto, grazie a complesse analisi delle blockchain.


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La pedofilia nel clero

Sui casi di pedofilia da parte del clero in Italia "c'è un problema enorme di omertà".
A denunciarlo è la Rete L'Abuso nel report 'Spotlight on italian survivors' dal quale si evince che "attualmente abbiamo il 3,2% di preti pedofili", un dato che allarma l'organizzazione da sempre al fianco delle vittime degli abusi. Alla vigilia del conclave i familiari fanno sentire la loro voce in una conferenza stampa alla sede della Stampa estera in cui denunciano che quelle di Papa Francesco sarebbero state "belle parole" ma con un "nulla di fatto".
Viene proiettato un video dal titolo "L'Eredità", con il volto di Francesco di spalle, la scritta in sovrimpressione "Il J'accuse dei familiari" mentre si sente un audio dello stesso Bergoglio che parla della "vergogna" della Chiesa e della "sua" stessa vergogna per la "troppo lunga incapacità della Chiesa di mettere al centro della sua preoccupazione" le vittime.
Partono poi le voci dei familiari che in breve raccontano la loro tragica storia: "Sono la mamma di Eva Sacconago che ci ha salutati ormai per sempre nel 2011 a causa di ciò che le fece una suora, Maria Angela Farè.
Sono il papà di Eva Sacconago, voglio puntualizzare che papa Ratzinger ricevette lettere sull'orribile caso di mia figlia e anche papa Francesco ebbe modo di seguire la vicenda raccontata dai quotidiani e dalle tv, ma nessuno ci contattò".
Sono solo alcune delle testimonianze, da Nord a Sud Italia. A prendere la parola in rappresentanza delle vittime è il presidente della Rete, Francesco Zanardi.
"Ci sono dei grandissimi vuoti legislativi in Italia - ha detto -, ad esempio manca l'obbligo di denuncia mentre le gerarchie non hanno rispettato per nulla quelli che erano gli appelli di Papa Francesco" contro la pedofilia.
Il database della Rete L'Abuso mappa i dati nazionali, regionali e provinciali sugli abusatori e gli abusati. L'associazione segnala comunque la difficoltà di reperirli, soprattutto in assenza di una commissione d'inchiesta governativa. In ogni caso, secondo la Rete, nell'Annuario dei casi italiani "solo nel 2025 abbiamo già registrato 10 casi". In Italia, secondo un censimento fatto dall'associazione delle vittime, ci sarebbero stati "1.031 sacerdoti pedofili, la punta dell'iceberg" e avrebbero prodotto "4.262 vittime". "Ciò che più ci preoccupa - afferma Zanardi - sono i casi mai arrivati alla giustizia italiana" per questo, "l'Italia dovrebbe promuovere una commissione di inchiesta". Anche perché, avverte, "questi vuoti legislativi non li sfrutta solo la Chiesa ma anche le associazioni sportive di volontariato". Per quanto riguarda la figura del cardinale Matteo Zuppi, papabile in conclave ma anche presidente della Cei e quindi il punto di riferimento dei vescovi italiani anche per quanto riguarda la piaga degli abusi sessuali, Zanardi è critico pur sottolineando che le maggiori responsabilità non sono in capo a lui ma allo Stato italiano che non legifera a dovere. "Zuppi forse violerà quella facoltà morale della Chiesa - ha affermato - ma di fatto lui, che rappresenta la Cei, si attiene agli obblighi dello Stato cioè le lacune, e questo è di danno, non è una cosa positiva né per le vittime né per la causa, tuttavia quello che manca è l'intervento dello Stato". Parole che stridono pesantemente con quelle pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata Nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia: “L’Italia ha sviluppato un sistema giuridico solido e in costante evoluzione” in “linea con le normative e gli impegni internazionali”.
Parole poi riprese anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "La lotta alla pedofilia e alla pedopornografia è una battaglia di civiltà che intendiamo combattere fino in fondo". "Stiamo dando il nostro contributo in questa direzione - aggiunge - dotando le Forze dell'Ordine degli strumenti normativi e operativi di cui hanno bisogno per operare sul campo”. Per ora solo parole dal momento che, come abbiamo scritto più volte, la lotta alla pedofilia e alla pedopornografia deve essere intesa dal punto di vista unitario e tagliare le intercettazioni a 45 giorni e non spendere un euro sullo sviluppo tecnologico degli strumenti investigativi aiuta solamente i carnefici.


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Le lobby pedofile e il terrorismo internazionale

Abusare di minori, manipolare i vulnerabili e usarli per compiere crimini e atti di violenza.
Non si tratta di una qualche teoria su programmi segreti o strane pratiche: un'operazione internazionale di polizia, come racconta un comunicato di Europol, ha preso di mira i membri di comunità online, che fanno parte di una rete più ampia, nota come "The Com". Attraverso questa rete, estremisti di tutto il mondo collaborano per abusare di minori. Tali gruppi operano in spazi virtuali facilmente accessibili, come piattaforme di social media, applicazioni mobili e piattaforme di giochi online.
Il solo episodio dovrebbe spingere ad una riflessione profonda e ad una rifondazione della legislazione e degli strumenti per individuare e colpire tali reti di abuso. Così come dovrebbe far sussultare la pubblica morale.
Altro gruppo terroristico estremista è il '764': la rete è stata descritta in un rapporto dell'FBI come un gruppo di estremisti violenti nichilisti (NVE) che avrebbe sfruttato minori vulnerabili attraverso coercizione, estorsione e produzione di materiale pedopornografico, con l’obiettivo di destabilizzare la società civile. Le autorità hanno sequestrato prove digitali, tra cui video che mostrano vittime costrette a gesti estremi, come versarsi candeggina sul corpo e darsi fuoco.
Tra il materiale che sottolinea la natura lobbistica e organizzativa del fenomeno c'è anche il documentario ‘The Children in the Pictures’, che rivela l'incredibile estensione delle reti criminali di abusatori di minori e gli atti che i loro membri commettono nei confronti dei bambini, fornendo un'illustrazione agghiacciante della realtà degli abusi sessuali online subiti da innumerevoli bambini e neonati in tutto il mondo.

Realizzazione grafica di copertina by Paolo Bassani con supporto IA

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