Milioni di documenti digitalizzati grazie all'impegno dei detenuti di Rebibbia in un progetto durato otto anni
Dopo un lungo lavoro durato otto anni, sono finalmente disponibili i documenti che riguardano il caso di Aldo Moro, rimasti conservati per anni all’interno degli archivi della Corte d’Assise di Roma. Si tratta di un gran numero di faldoni contenenti carte sugli anni di piombo: interrogatori, perizie, identikit e molto altro materiale utile per il recupero della memoria storica e giudiziaria italiana di quegli anni. I documenti in questione saranno infatti consultabili online, sulla piattaforma del Ministero della Cultura denominata “Rete degli archivi per non dimenticare”. Un’enorme mole di file, che comprende, tra le altre cose, anche i volantini e i comunicati delle Brigate Rosse, fino al tristemente noto “Memoriale Moro”, redatto dal presidente della Democrazia Cristiana durante i 55 giorni di prigionia e mai interamente reso pubblico per ragioni che, ancora oggi, restano avvolte nel mistero. In ogni caso, la digitalizzazione dei documenti che ricostruiscono il caso Moro non si è limitata alle carte prodotte dalle Commissioni parlamentari d’inchiesta, come quelle già disponibili tramite l’Archivio Flamigni, ma ha riguardato anche i fascicoli originali dei procedimenti giudiziari. Un lavoro lungo e certosino che - ha spiegato Repubblica - è stato possibile grazie all’impegno dei detenuti di Rebibbia, unitamente a quello degli archivisti che li hanno affiancati. L’idea di fondo, come ha sottolineato il direttore generale degli Archivi, Antonio Tarasco, è stata quella di garantire trasparenza e accesso alla verità giudiziaria: un dovere dello Stato nei confronti dei cittadini. L’archivio online è ancora in fase di completamento, anche per quanto riguarda l’oscuramento dei dati sensibili e la tutela della privacy, ma una parte significativa - in particolare le sentenze di primo e secondo grado - è già disponibile alla consultazione. Entro la fine dell’anno, l’intero corpus sarà online.
Consultare questi documenti che raccontano i processi Moro significa attraversare una lunga e dolorosa stagione della storia italiana: quella degli “anni di piombo”. Il primo processo cominciò nel 1982, quattro anni dopo il sequestro e l’assassinio di Moro (avvenuti tra marzo e maggio 1978), e vide la collaborazione di diversi ex terroristi pentiti. Il percorso giudiziario si articolò in ben cinque distinti procedimenti. Ogni processo aggiunse tasselli, aprì nuove piste, coinvolse figure diverse, rivelò ulteriori lati oscuri. Si passò dal giudizio contro Mario Moretti, il leader operativo delle Brigate Rosse, fino alle indagini su brigatisti latitanti come Alvaro Lojacono, Alessio Casimirri e Rita Algranati, rifugiatisi all’estero, o su personaggi minori ma centrali nella logistica del sequestro, come Germano Maccari, il cosiddetto “quarto uomo”. L’iniziativa non si esaurisce con il caso Moro. Il Ministero della Cultura punta infatti ad estendere il progetto anche ad altri eventi drammatici della storia repubblicana: le stragi di matrice terroristica e mafiosa, i grandi processi degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Insomma, un grande archivio digitale a disposizione di tutti.
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Foto © Imagoeconomica
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