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L’intervista esclusiva di Our Voice alla portavoce di Sea-Watch

La criminalizzazione delle persone in movimento, l’inasprimento delle politiche di frontiera, l’esternalizzazione della responsabilità nelle operazioni SaR (Search and Rescue).
E poi il Caso Almasri, il Caso Iuventa e il dossier Italia-Libia.
Sono solo alcuni degli argomenti trattati nell’intervista esclusiva che Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch, ha rilasciato ai microfoni di Our Voice lo scorso 22 marzo.

“La criminalizzazione delle persone in movimento è un trend che non riguarda solo il governo Meloni - ha detto -.
Arriva molto prima.
Già a partire dal 2017 inizia ad essere più esplicito, più evidente e questo avviene in conseguenza del memorandum d'intesa tra l'Italia e la Libia, attraverso il quale l'Italia fa da Paese capofila, ma in rappresentanza di fatto di quello che è la volontà e la direzione politica dell'Unione Europea tutta, di esternalizzare la responsabilità rispetto al soccorso delle persone in mare”.
In questo modo si è delegata la responsabilità delle operazioni di soccorso a Stati terzi guidati da bande criminali come la guardia costiera libica.

Quanto al Caso Almasri, il boia libico rimpatriato a inizio anno - dopo essere stato arrestato - con un volo di Stato in dotazione ai servizi segreti italiani, nonostante il mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale, Giorgia Linardi ha precisato che non si tratta di un caso isolato:
“Non è la prima volta che ospitiamo criminali libici in Italia”.
“Sicuramente è un caso eclatante perché se di fronte a una persona con oltre 10 capi d'accusa tra crimini di guerra e crimini contro l'umanità e un mandato d'arresto della CPI questo è il risultato, ciò significa che il nostro Stato è sotto ricatto - ha aggiunto -.
Ed è una conseguenza del tipo di politiche che negli ultimi anni l’Italia e l’Ue hanno adottato in tema di migrazione.
Questo approccio ha reso i Paesi dell'Unione Europea ricattabili, perché ha fatto sì che dall'altro lato la migrazione possa essere utilizzata come arma di pressione, come uno strumento per modellare le relazioni internazionali”.

Inoltre, dietro a soggetti come Osama Almasri ci sono “importantissimi interessi economici, perché queste persone sono collegate anche al controllo delle risorse energetiche in Paesi come la Libia e la Tunisia.
Interessi evidentemente fondamentali per il sostentamento del nostro Paese e dell'Europa, soprattutto guardando a quelli che sono gli sviluppi della situazione geopolitica a livello internazionale.
Ovviamente tutto è collegato - ha concluso Linardi -, però mi chiedo fino a dove andremo.
Anzi, in realtà siamo già arrivati e siamo andati oltre il limite.
E fa un po' paura tutto questo”.

Tratto da: ourvoice.it
   

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