Armi, tante armi.
La criminalità organizzata ha sempre più bocche di fuoco con cui armare i propri membri.
I sequestri di armi nel territorio di Reggio Calabria sono stati frequenti e oggi si aggiunge un'altra operazione guidata dal procuratore aggiunto facente funzioni Giuseppe Lombardo. Nei mesi scorsi ricordiamo sono stati sequestrati decine di fucili e pistole, munizioni per armi automatiche e da guerra e anche panetti di tritolo con detonatori e componenti elettrici per ordigni esplosivi telecomandati.
Grazie ad oltre cento militari dell'Arma è stata smantellata ad Arghillà, quartiere di Reggio Calabria, una rete di "armieri" al servizio delle organizzazioni malavitose locali.
Nove gli arresti, tutti soggetti ritenuti coinvolti a vario titolo in un imponente traffico di armi.
L'ordinanza di arresto è stata emessa dal gip Claudio Treglia che ha accolto la richiesta del pm Chiara Greco a conclusione di un'indagine, condotta dalla compagnia tra novembre 2024 e marzo 2025.
In manette sono finiti numerosi esponenti della comunità rom: Cosimo Bevilacqua di 41 anni, Domenico Zaccone (22), Alessandro Fiore Bevilacqua (39), Domenico Salvatore Pizzimenti (28), Michele Mercurio (22), Silvio Berlingeri (25), Armando Berlingeri (26), Massimo Bevilacqua alias "u riggitanu" (46) e Domenico Massimo Bevilacqua (22). Gli arrestati, secondo quanto emerso, erano in grado di reperire e movimentare con estrema facilità un vasto arsenale, grazie a solidi legami con altre organizzazioni malavitose e a una fitta rete di complicità. Gli investigatori hanno accertato come il gruppo avesse stabilito un sistema ben organizzato per il trasporto e la custodia delle armi in abitazioni private, magazzini e edifici abbandonati.
Inoltre erano in grado di muovere con rapidità la armi in loro possesso per eludere eventuali controlli delle forze dell'ordine.
L'inchiesta ha rivelato come il traffico di armi fosse strettamente collegato ad altre attività illecite, tra cui estorsioni e regolamenti di conti. In più occasioni, colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in luoghi pubblici mentre le armi venivano utilizzate anche per risolvere controversie tra gruppi rivali e per atti intimidatori.
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