"Chiedo ai magistrati di Procura di Roma di effettuare verifiche su una intercettazione del marzo del 2023 e citata in un rapporto del Ros in cui l'ex brigatista Lauro Azzolini fa riferimento ad 'altro soggetto' presente a via Fani quel giorno e mai indagato per quei fatti". E' quanto sollecita l'avvocato Valter Biscotti, legale dei familiari dei caduti nella strage avvenuta 47 anni fa quando il presidente della Dc, Aldo Moro venne sequestrato. "Mi chiedo che fine abbia fatto l'inchiesta della giornalista Simona Zecchi con la quale ha segnalato una intercettazione tra Azzolini e un'altra persona - ha affermato il penalista - dove dice chiaramente che in via Fani c'era anche un altro soggetto mai indagato. I pm di piazzale Clodio in primo luogo verifichino se sia davvero Azzolini il soggetto intercettato. Dopodiché visto l'ex brigatista, che a distanza di 50 anni si dichiara 'sofferente' per le sue azioni del passato, mi domando se non sia il caso che gli inquirenti lo convochino per ascoltarlo al fine di aprire una nuova indagine sulla possibile presenza di altri killer in via Fani, mai individuati", ha concluso Biscotti.
“È stato Moroni… a dire… ma dopo mi ha tirato, ha fatto così (incomprensibile) quello che là stava scappando (…)”. E poi ancora: “I compagni Gallo e Fiore a un certo punto si inceppano… si inceppano… non c’avevano le pistole… le pistole. Morucci cazzo… che era uno che sapeva usarlo… quando ha visto i compagni a terra ha cominciato a spazzolare anche dalle altre parti”. Questa intercettazione, presente in una informativa del Ros di Torino, è proprio agli atti dell’inchiesta che ha portato al processo per la sparatoria alla Cascina Spiotta. Per gli inquirenti, Azzolini si riferiva proprio a via Fani. Il 16 marzo 1978 avvenne il sequestro del presidente della Dc e dell’uccisione degli uomini della scorta (tre poliziotti e due carabinieri, ndr) Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino. Azzolini, 81 anni, è a processo con Renato Curcio e Mario Moretti, capi storici dell’organizzazione del BR, per lo scontro a fuoco che avvenne con i carabinieri. I brigatisti si erano nascosti lì dopo aver sequestrato l’imprenditore del vino Vittorio Vallarino Gancia. Morirono la brigatista Mara Cagol, moglie di Curicio, e l’appuntato Giovanni D’Alfonso. Un altro militare rimase gravemente ferito.
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