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Utilizzo massiccio dell'IA per la realizzazione di video sempre più violenti

Il fenomeno criminale della pedopornografia e della pedofilia è mondiale, nessun continente risulta immune, nemmeno il più civile o il più cattolico.
È un tipo di crimine 'fluido', non conosce confini, classi sociali, barriere economiche: coloro che la praticano molto spesso si barricano dietro al mito della 'pedofilia culturale'; ne rivendicano la liceità avvalorando la tesi che l’essere pedofilo sia una condizione assimilabile ad un orientamento sessuale, spianando dunque la via alla normalizzazione.
Una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata (raccolta fondi e giornata internazionale pro-pedofilia) che fornisce consigli su come adescare i bambini e indicando siti online dove è possibile trovare foto e video pedopornografici.
Il rapporto dell'Associazione Meter non lascia spazio a dubbi, semmai qualcuno ancora li abbia. La nostra è una società basata sullo sfruttamento e sull'abuso del più debole e dell'innocente.
Innumerevoli sono i gruppi, “le stanze”, dove si consumano incontri sessuali con minori. Per coloro che le frequentano, sia uomini che donne, c'è il totale anonimato; i colossi del web si appellano alla tutela della privacy dei loro utenti, principio sacrosanto per tutti, ma deplorevole scusa quando si tratta di indagare su abusi a danno dei minori. Intanto i cyber-pedofili esultano e ne approfittano.
Lo abbiamo già scritto in un precedente articolo: non si tratta più di un fenomeno isolato e circostanziato a singoli casi. La pedofilia e i suoi derivati sono il frutto malato di una strutturata ben organizzata che vanta di avere tra le sue file professionisti e gente di tutti i tipi: medici, avvocati, magistrati, politici, operai, studenti etc.
Inoltre la repressione è resa ancora più complicata, poiché molti Paesi non dispongono di una legislazione che si occupi specificamente di pedopornografia o di reati informatici legati a tale fenomeno.
Perché? Forse perché uscirebbero nomi eccellenti come accaduto per il caso del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein?
La meta preferita di queste menti perverse rimane, come riporta il rapporto, il dark web. 


report pedofilia

Meter rileva che gran parte del materiale rintracciato si trova in portali o piattaforme online gratuite, accessibili a qualsiasi utente. Spesso i link oggetto di segnalazione, a distanza di anni, risultano ancora attivi e fruibili.
Nell'era della privacy assoluta il pedofilo e la criminalità organizzata che lo sostiene possono agire indisturbati. In questo contesto è emerso il ruolo di una delle piattaforme di messaggistica online più usata da costoro: Signal, un’applicazione di messaggistica istantanea che offre funzionalità di chat, chiamate vocali e videochiamate, tutte protette da una forte crittografia.
Non raccoglie dati personali, non mostra pubblicità e viene finanziata principalmente da donazioni e fondazioni private.
L’app è diventata un “rifugio sicuro” per i pedopornografi, secondo Meter.
L’indagine condotta ha portato alla scoperta di un caso allarmante: un singolo link, condiviso tramite Signal, conteneva ben 1,49 terabyte di materiale pedopornografico, una quantità di dati che equivale a 148.720 video e foto, documentabili e verificabili.
Signal è quindi “complice del male”. Dietro ad ogni numero c'è un bambino o più di uno, è bene ricordarselo.
Ma tutto questo è solo la punta dell'iceberg.
Vi sono anche i gruppi: ben 336 sotto monitoraggio. Tutti frequentati da soggetti che di questo orrore ne hanno fatto la loro vita tra le novità si registra l'utilizzo sempre più massiccio dell'intelligenza artificiale. Non è una novità che ogni strumento creato con buone intenzioni venga poi traviato dai perversi. 'L’uso dell’intelligenza artificiale (IA) rappresenta una delle minacce più gravi nella lotta contro lo sfruttamento minorile online. I gruppi pedocriminali, attivi su piattaforme crittografate come Signal, il dark web e il deep web, sfruttano l’IA per produrre e diffondere contenuti illeciti, inclusi materiali sintetici ma altamente realistici che raffigurano abusi su minori, neonati inclusi. Questi contenuti, pur essendo generati artificialmente, violano la legge, contribuiscono a normalizzare abusi e aumentano la domanda di materiale pedopornografico'. L'IA permette anche di camuffare materiale reale così da cancellare le tracce digitali rendendo ancora più difficile il lavoro degli investigatori. Inoltre le organizzazioni che stanno dietro alla gestione di server che contengono materiale di abuso effettuano delle vere e proprie “strategie di mercato” con le quali viene sondato il reale interesse degli utenti al fine di produrre materiale coerente alla richiesta, per ottenere maggiore profitto. Gli utenti possono liberamente esprimere le loro preferenze votando la loro categoria preferita.
Un orrore senza fine, a danno dei più piccoli. E sapete la cosa più triste? Il fatto che il 98% degli abusi viene consumato in casa, o dai genitori o dai parenti più stretti.

Per scaricare il rapporto: clicca qui! 

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