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La procura di Prato, guidata dal procuratore Luca Tescaroli, ha ordinato nuove perquisizioni e condotto un ulteriore sopralluogo presso il deposito Eni di Calenzano (Firenze), teatro dell'esplosione del 9 dicembre scorso che ha provocato cinque morti e 26 feriti. Le attività investigative, come riportato da Repubblica Firenze, si concentrano sulla raccolta di documenti tecnici e operativi per fare luce sulle cause del disastro. Tra gli obiettivi delle perquisizioni figurano i verbali delle ispezioni effettuate, le schede tecniche delle attrezzature utilizzate dalla Sergen srl (azienda responsabile della manutenzione), i rapporti di Audit interni di Eni e i verbali relativi alla redazione del Duvri (Documento unico di valutazione dei rischi interferenti). Un punto cruciale delle indagini è accertare se la linea di benzina su cui erano in corso i lavori fosse effettivamente operativa o già dismessa. Le ispezioni preliminari hanno rilevato la presenza di residui di carburante, elemento che potrebbe rivelarsi decisivo per chiarire le dinamiche dell'incidente. Durante il sopralluogo più recente, gli inquirenti e i consulenti incaricati della maxi-perizia hanno raccolto dati ritenuti di particolare interesse, alimentando l'ipotesi di una possibile accelerazione nell'inchiesta. Il procuratore Tescaroli ha definito questa fase dell'indagine "nevralgica" durante un'audizione davanti alla commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato. L'inchiesta, al momento contro ignoti, ipotizza reati quali omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri, e rimozione o omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. La data fissata per il deposito della maxi-perizia è il 14 febbraio, un momento cruciale che potrebbe segnare l'identificazione dei primi indagati e l'apertura di nuove prospettive investigative.

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