Con la separazione delle carriere "avremo un pm gigante che necessariamente sarà più vicino all'esecutivo. In molti Paesi questo è l'inizio per andare sulla strada di un'azione penale influenzata dal potere politico; strada che mette in discussione il principio di uguaglianza" lo ha detto il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia intervistato da SkyTg24. "Lanciamo un grido di allarme. Non c'è mai stata negli ultimi 50 anni, forse, una riforma che stravolge radicalmente la fisionomia della nostra Costituzione alterando quelli che sono i rapporti tra i poteri dello Stato e gettando le basi per un possibile condizionamento del potere giudiziario" ha detto invece Salvatore Casciaro, segretario generale dell'Anm, parlando ad Agorà in onda su Rai Tre, della separazione delle carriere.
Una riforma costituzionale come la separazione delle carriere "cambia il volto della magistratura. Se sarà questa la volontà del Paese saremo rispettosi , ma abbiamo il dovere di dire quello che pensiamo" ha ribadito Santalucia. Con lo sciopero (27 febbraio ndr) e con la protesta in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario "abbiamo ritenuto necessario richiamare l'attenzione dei cittadini sulla riforma e sul fatto che il referendum non venga vissuto come un sondaggio sul gradimento della giustizia e del suo servizio", ha spiegato Santalucia che ha escluso qualunque "mancanza di rispetto", solo la volontà di puntare un "faro su un punto essenziale per la vita democratica del Paese". Santalucia ha anche fatto presente che le cause di ciò che non va nel servizio giustizia "non sono addebitabili ai magistrati. Noi stiamo facendo tutto il possibile, ma da soli non ce la facciamo" ha aggiunto facendo esplicito riferimento alle competenze che ha in materia il ministro della Giustizia.
"Questa riforma ha tanti padri, ma non Giovanni Falcone, che non voleva indebolire l'ordine giudiziario ma esaltare le diverse professionalità della magistratura".
Un altro passaggio contestato da Santalucia è il meccanismo che prevede il sorteggio per le elezioni al Consiglio superiore della magistratura. “Stiamo privando i magistrati del diritto di elettorato attivo e passivo – ha detto – È come dire: non siete in grado di eleggere i vostri rappresentanti. Il sorteggio non è la panacea di tutti i mali e umilia la magistratura, unica tra le tante a vedersi privata di questo diritto”.
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