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"Come Associazione tra i familiari delle vittime della strage dei Georgofili, auspichiamo non una chiusura", delle indagini sulle stragi di mafia del 1993, "ma la conclusione delle indagini con il rinvio a giudizio degli indagati, affidando al dibattimento la ricostruzione dei fatti e l'accertamento delle responsabilità, in particolare quelle di Dell'Utri, non fosse altro per gli elementi a suo carico già accertati in altre sentenze". E' quanto dichiara il presidente dell'associazione Luigi Dainelli, commentando le dichiarazioni dei giorni scorsi del procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia in merito alla chiusura nel 2025 delle inchieste ancora aperte. "Dalle parole del procuratore, se correttamente riferite, sembra emergere il rischio di una archiviazione che vanificherebbe il lavoro egregio condotto in questi anni dai magistrati Tescaroli e Turco che ci hanno fatto sperare di giungere alla completa verità sui fatti del '93. Lo pretendiamo per i nostri morti - aggiunge Dainelli - ma anche nella convinzione che solo il completo svelamento delle trame che stanno dietro le stragi del biennio '92-'93 sarebbe l'unico antidoto perché in futuro non si possano mai più ricreare le condizioni per un simile attacco alle istituzioni democratiche, considerato che, a dispetto del tempo trascorso, certi poteri e interessi sono ancora ben presenti e attivi, come dimostrano gli ostacoli che hanno costantemente cercato di impedire l'emergere della verità". Se invece, conclude, "la volontà fosse davvero quella di archiviare, ci aspettiamo, per i nostri morti e per il dolore ininterrotto di questi trent'anni, che non si concluda con un atto burocratico, ma la procura di Firenze abbia la sensibilità di confrontarsi con la nostra associazione".

Foto © Paolo Bassani

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