Il padre del cooperante ucciso in Colombia: “Mario è stato ucciso in Colombia, nessun suicidio. Vogliamo giustizia per nostro figlio"
"I poteri forti, vale a dire l'Onu, si stanno mettendo di traverso sul tentativo di fare chiarezza per la morte di mio figlio Mario che è stato ucciso, non si è ucciso". A dirlo è Giuseppe Paciolla, padre del cooperante napoletano deceduto in Colombia nel 2020 mentre era al servizio in una missione Onu, parlando lo scorso 20 dicembre a margine di un incontro nel quale è stata presentata la maglia che indosserà il Napoli Basket frutto di una convenzione, siglata nel nome del giovane cooperante, fra Accademia di Belle Arti e la società cestistica partenopea e che dà il via alle celebrazioni per i 2.500 anni di fondazione della città. "Fin dal primo momento, cioè da quando mi hanno chiamato per dirmi della fine di Mario - ha aggiunto il padre del giovane appassionato di basket - nel primo nanosecondo hanno detto che Mario si era suicidato. Ma Mario è stato ucciso in Colombia, nessun suicidio". E la madre di Mario, Anna Motta, ha ripercorso alcuni momenti dell'adolescenza del figlio legati al mondo cestistico amatoriale. I genitori di Mario Paciolla hanno detto che il 14 gennaio si terrà al Tribunale di Roma un'udienza nella quale si opporranno all'archiviazione "per la seconda volta". "Vogliamo giustizia per nostro figlio" hanno concluso.
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