Il processo riguarda un caso di corruzione con un magistrato. L’ex capo di Stato annuncia ricorso alla CEDU
L'ex presidente Nicolas Sarkozy (in foto) è stato condannato in via definitiva per corruzione e traffico di influenze a 3 anni di carcere, di cui uno senza condizionale, con il beneficio del braccialetto elettronico. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso degli avvocati dell'ex presidente 69enne contro la condanna definitiva in appello del maggio 2023. La pena comprende anche tre anni di ineleggibilità e la privazione dei diritti civili. È la prima volta nella storia moderna della Francia che un ex Capo di Stato viene condannato a una pena detentiva per azioni commesse durante il suo mandato. Il predecessore di Sarkozy, Jacques Chirac, era stato giudicato colpevole nel 2011 per uso improprio di fondi pubblici durante il suo mandato come sindaco di Parigi e condannato a due anni con sospensione della pena. Una sentenza che Sarkozy accoglie come "profonda ingiustizia" e contro cui portare il caso alla CEDU, come ha confermato anche il suo legale Patrice Spinosi. "Come ho sempre fatto nel corso di questi lunghi 12 anni di persecuzione giudiziaria, mi assumerò le mie responsabilità e affronterò tutte le conseguenze", ha commentato l'ex presidente sui social, "non è affatto nella mia natura lamentarmi. Sono perfettamente consapevole di essere stato favorito dalla vita sotto molti aspetti. Ma ho deciso di non accettare l'ingiustizia profonda che mi è stata inflitta", "i miei diritti di imputato sono stati violati. Il ricorso che presenterò alla Corte europea dei diritti dell'uomo potrebbe purtroppo portare a una condanna della Francia. Questo si sarebbe potuto evitare se avessi beneficiato di un'analisi giuridica serena". Nel ribadire la sua "assoluta innocenza", Sarkozy ha detto di rimanere "convinto della bontà delle mie ragioni. Ma la mia determinazione è totale. La verità alla fine trionferà. A quel punto, ognuno dovrà rendere conto ai francesi". La vicenda, nota come ‘Caso delle Intercettazioni', prende origine da un'altra indagine giudiziaria, quella sul presunto finanziamento libico della campagna presidenziale di Sarkozy del 2007, un caso per cui l'ex capo di Stato sarà processato all'inizio del 2025. Gli inquirenti avevano scoperto che l'ex presidente aveva aperto una seconda linea telefonica segreta sotto il nome di 'Paul Bismuth'. Durante le conversazioni risalenti al 2013 e al 2014, gli investigatori hanno accertato un episodio di corruzione. Lo storico legale di Sarkozy, Thierry Herzog, aveva richiesto il supporto dell'ex presidente per ottenere un incarico a Monaco per una sua conoscenza, Gilbert Azibert. In cambio, quest'ultimo, allora magistrato della Corte di Cassazione, avrebbe dovuto fornire informazioni coperte dal segreto giudiziario su un altro caso che riguardava Sarkozy, noto come 'affare Bettencourt'. Sarkozy, presidente dal 2007 al 2012, si è ritirato dalla vita pubblica nel 2017, anche se ha continuato a svolgere un ruolo influente nella politica conservatrice francese. L'ex capo di Stato ha partecipato recentemente alla cerimonia di riapertura della cattedrale di Notre Dame. Alla luce della sentenza, Sarkozy potrebbe anche perdere la Legione d'Onore nei prossimi mesi, visto che l'onorificenza è soggetta a regole molto rigide. L'ex presidente è stato insignito della Gran Croce dell'Ordine durante il suo insediamento a capo dello Stato nel 2007. La revoca dovrebbe essere automatica. Un articolo del codice della Legion d'Onore dichiara che "sono escluse dall'ordine le persone condannate per un reato e quelle condannate a una pena detentiva non sospesa pari o superiore a un anno". Numerose personalità hanno già perso la Legione d'Onore in seguito a condanne. Sarkozy sarebbe il secondo capo di Stato a perdere l'onorificenza, dopo Philippe Pétain, generale a capo del governo collaborazionista di Vichy dal 1940 al 1944.
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