Ventitré arresti, 5 in Italia e 18 in Brasile, nell'ambito di una complessa indagine internazionale riguardante tre gruppi criminali, distinti tra di loro ma collegati, dediti al narcotraffico sulla rotta atlantica. Le indagini sono state condotte con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo italiana. Il lavoro, che si è sviluppato in cooperazione con le autorità brasiliane sin dal 2019, e che ha portato, all'epoca, agli arresti di Nicola e Patrick Assisi, ha consentito di individuare importanti connessioni tra gli ambiti della ‘Ndrangheta italiana e le organizzazioni criminali fornitrici di sostanze stupefacenti operanti nel Paese sudamericano, in grado di muovere grossi quantitativi di droga, in particolare cocaina, verso l'Europa tramite i porti del Paranà. L'indagine italiana, denominata "Operazione Samba", condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Torino, ha consentito di individuare un'ampia struttura criminale transnazionale, della quale fanno parte, tra gli altri, le cinque persone oggi fermate contigue alla ‘Ndrangheta operativa in Piemonte. Una struttura dedita al narcotraffico con trasporti occultati su navi container dirette verso porti italiani e del nord Europa in grado di movimentare diverse tonnellate di cocaina. I narcotrafficanti utilizzavano la logistica a disposizione della criminalità brasiliana nello stato del Paranà anche per gestire ingenti quantitativi di denaro, in modo da riciclare i proventi. Per questo sono in corso sequestri di beni mobili ed immobili in entrambe i continenti. I militari dell'Arma hanno sequestrato diversi esercizi commerciali ed immobili in provincia di Torino, ritenuti connessi ai proventi illeciti.
L'indagine "è estremamente importante" perché "per la prima volta ha visto operare una Squadra Investigativa Comune (Joint Investigation Team) sottoscritta da una Procura della Repubblica del nostro Paese, la Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, e dalle Autorità Giudiziarie e di Polizia Giudiziaria del Brasile". Lo sottolinea il procuratore di Torino Giovanni Bombardieri. "L'assoluta rilevanza di questo strumento di indagine - ha aggiunto - è stata peraltro oggetto di confronto tra il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e il Ministero Pubblico Federale del Brasile, che nel settembre scorso hanno sottoscritto, nel corso di un incontro mirato nella città di Foz do Iguacu, una Dichiarazione di Intenti in cui è stata concordata la volontà di una 'cooperazione reciproca, coordinata e permanente volta allo sviluppo di meccanismi agili ed efficaci per la lotta contro la criminalità organizzata transnazionale e il terrorismo', così ponendo le basi per la creazione di nuove Squadre investigative comuni permanenti che prescindano, perciò, da singole indagini in corso di svolgimento nei due Paesi e costituiscano la base di un sempre più efficace contrasto a tali insidiose forme di criminalità organizzata". Questa collaborazione, ha concluso Bombardieri, "è l'avvio di un cammino che l'Italia ha in mente di percorrere".