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Il gruppo voleva ingaggiare un cecchino per uccidere la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e un economista del World Economic Forum

E' di 12 arresti in tutta Italia il bilancio di un'operazione della Polizia di Stato contro un gruppo neonazista e suprematista denominato "Werwolf Division". Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco. Le misure cautelari in carcere sono state emesse dal Gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Contestualmente, sono state realizzate altre 13 perquisizioni domiciliari. L'operazione, eseguita sotto la direzione delle Direzioni Distrettuali Antiterrorismo delle Procure della Repubblica di Bologna e Napoli, è stata coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
La 'Werewolf Division' (il nome viene dai 'lupi mannari' nazisti guidati da Heinrich Himmler per contrastare l'avanzata delle forze alleate e sovietiche in Germania alla fine della Seconda guerra mondiale) era già finita nel mirino di un'inchiesta della Procura di Napoli nel maggio 2023 con otto indagati. In quell'occasione era emersa una rete Telegram gestita da Bologna che sarebbe servita per organizzare "atti eversivi violenti", inneggiando alla Shoah.


Il gruppo neonazista mirava a sovvertire attuale ordinamento

Gli arrestati della 'Werwolf Division’, gruppo successivamente rinominato 'Divisione Nuova Alba’, mirava "seguendo ideali suprematisti e neonazisti, nella loro espressione più estrema dell'accelerazionismo e basandosi altresì sulla negazione e sull'apologia della Shoah, al sovvertimento dell'attuale ordinamento per l'istaurazione di uno Stato etico ed autoritario incentrato sulla 'razza ariana' anche con il progetto di azioni violente nei confronti di alte cariche delle Istituzioni". Nella vicenda risultano 25 indagati, di età compresa tra i 19 e i 76 anni, alcuni dei quali già sottoposti a perquisizione dalle Digos di Bologna e Napoli nel maggio 2023, accusati di aver a vario titolo promosso, organizzato e preso parte all'associazione 'Werwolf Division’.


Il progetto di attentato contro Meloni con cecchino

Tra le contestazioni alla cellula neonazista sgominata da un'indagine della Digos e della Procura di Bologna, 12 misure cautelari in carcere, c'è anche la "preparazione di gravi attentati", anche nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di un economista del World Economic Forum". Da quanto si apprende gli indagati ne avrebbero parlato in alcune conversazioni agli atti. Inoltre sono accusati di attività di propaganda, proselitismo e predisposizione di azioni violente, come l'epurazione dei traditori del movimento. I componenti della 'Werwolf Division', la cellula neonazista al centro di un'indagine della Digos di Bologna, nel corso del 2023 hanno discusso diverse volte della premier, definendola tra l'altro una "fascista che perseguita i fascisti". Secondo quanto emerge dagli atti ci sarebbero stati anche dialoghi da cui emergerebbe un'attività di sopralluogo nelle zone di Palazzo Chigi e Montecitorio per studiare i luoghi dove compiere un possibile attentato: ‘C’è un albergo davanti al Parlamento - è uno dei dialoghi intercettati - da lì puoi sparare dall'alto". Uno degli indagati, dopo le perquisizioni del maggio 2023, intercettato dagli investigatori, sosteneva di aver "allenato" cinque persone, "potenzialmente guerriglieri" che avrebbero dovuto sparare alla premier. Sempre su questo tema, un altro indagato in un dialogo disse: "Trovami un cecchino e attueremo il tuo piano". Per il Gip Nadia Buttelli, il progetto eversivo con la presidente del Consiglio nel mirino, lungi dall'essere meramente teorico, è stato accompagnato dalla formazione di 'guerriglieri' addestrati e formati in un ambiente violento come quello neonazista, con la concreta ricerca di armi sul web, istigando altri nazisti a prepararsi acquistando armi.

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