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L’ex Gran Maestro del Goi: “Lo Stato, la Cia, la mafia e la P2 collaboravano per rendere autonoma la Sicilia. Gelli vi contribuì riorganizzando la mafia e la ’Ndrangheta

Ciò che manca ai magistrati che indagano sulla Massoneria è la visione dell’insieme. Loro considerano tanti pezzi separati l’uno dall’altro. Ma, se non riescono a vedere ciò che li unisce, non andranno mai nella direzione giusta e le verità resteranno sempre nascoste”. Parola di Giuliano Di Bernardo, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. In un’intervista al Corriere della Calabria ha ricordato le ragioni che lo portarono a lasciare la carica nel 1993, a seguito dell’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nella massoneria coordinata dal procuratore di Palmi dell’epoca, Agostino Cordova, morto quest’anno. Da anni Di Bernardo viene sentito dai magistrati in processi che riguardando cosche, logge coperte e faccendieri in odor di mafia. 
Ho cominciato alcuni anni fa con le mie testimonianze presso la Commissione Antimafia, prima con quella presieduta da Rosy Bindi, poi con quella presieduta da Nicola Morra”, ha detto ricordando i pochi traguardi raggiunti da entrambe le commissioni sulle sue segnalazioni. “Ho iniziato richiamando l’attenzione sulla P2: ho detto che, se non si fa chiarezza sulla P2, molti fatti che riguardano non solo la massoneria, ma anche lo Stato italiano, resteranno nell’ombra, nel mistero. Non v’è dubbio che la P2 è una creazione della Cia, insieme a Gladio e alla Nato”, ha affermato l’ex Gran Maestro del Goi. “Gelli non era il massone che usava in maniera deviata il Grande Oriente d’Italia. Gelli era stato delegato dai Gran Maestri del Grande Oriente d’Italia a rappresentarli nel governo della P2, che era la loggia del Gran Maestro. Quindi tutto ciò che Gelli ha fatto con la P2, l’ha fatto con il consenso del Gran Maestro. Altro che loggia deviata”. 
Il Venerabile Licio Gelli, ha ricordato il massone, “seguiva le istruzioni del governo statunitense attraverso la Cia. La P2 era un suo braccio per il controllo dell’Italia e dell’Europa, per difenderle da un eventuale attacco dell’Unione Sovietica. Quindi, il ruolo svolto da Gelli non è marginale o deviato, ma è un ruolo ben preciso, esercitato in collaborazione con altre istituzioni che tendevano verso lo stesso scopo. C’è stato un momento in cui gli Stati Uniti volevano l’autonomia della Sicilia per farne una loro sede nel Mediterraneo, di loro esclusiva proprietà. E la P2 è parte di questo progetto: è qui che si manifesta il rapporto della P2 con la mafia, che partecipa a questo progetto”. 
Di Bernardo sottolinea la necessita di ritornare a investigare sulla P2  se vogliamo comprendere appieno il Piano di Rinascita democratica di Licio Gelli e le sue diramazioni che giungono fino all’agenda politica oggi.
Il Piano di Rinascita democratica è un tassello all’interno di un mosaico più ampio”, spiega Di Bernardo.
E alla domanda se questo progetto di libera disponibilità della Sicilia da parte degli statunitensi, per riassumere il suo pensiero, comprendeva anche la cosiddetta trattativa Stato-mafia l’ex Gran Maestro ha risposto. “Quella è una fase secondaria, ma vi rientra. È già una fase successiva quasi degenerativa. Io sto parlando del momento più importante, in cui si viene a creare un sincretismo tra una parte dello Stato italiano, la mafia, la P2 e il governo americano. È da qui che i magistrati dovrebbero partire per capire i rapporti tra mafia, Stato e Massoneria in Sicilia”. E sulla Calabria? “La Calabria viene coinvolta in questo progetto da Gelli, che riorganizza praticamente le famiglie della ’Ndrangheta e le mette alla sua obbedienza. Io sono convinto che, se noi potessimo vedere il vero elenco della P2, ci troveremmo tutti i vertici dei clan calabresi e siciliani”, ha detto Di Bernardo. “Noi dobbiamo vedere il mosaico nella dimensione diacronica. C’è stato il momento aureo in cui lo Stato, la Cia, la mafia e la P2 collaboravano per rendere autonoma la Sicilia. Gelli vi ha contribuito riorganizzando la mafia e la ’Ndrangheta. Le cose poi sono cambiate perché gli Stati Uniti hanno rivolto altrove il loro interesse. E questo è tipico degli Stati Uniti. Prima hanno avviato le procedure per raggiungere il loro scopo, poi hanno detto di non essere più interessati, mettendo in crisi la P2, la mafia e lo Stato. Quella parte dello Stato è costituita dalla destra del fascismo che si è riciclata nella Repubblica occupandone i vertici strategici. Quella destra che ha cercato di ostacolare con tutti i mezzi l’attuazione dello Stato democratico, collaborando con la Cia, la P2, la mafia e i vertici della Massoneria. Questo centro di potere è responsabile delle stragi e dei più efferati omicidi, come quello di Aldo Moro”.
Oggi, invece, ha osservato Di Bernardo, “ci si ritrova in una situazione di maggiore conflittualità perché non c’è più una destra forte che cerca di mantenere uno stile di vita diverso da quello proposto dalla sinistra. Oggi si sta creando uno stato di anarchia che sale sempre più e che distrugge o rende più debole la democrazia”. 

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