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Le Università dovranno riferire le opinioni politiche degli studenti

Gli agenti dei servizi segreti potranno partecipare a gruppi eversivi o terroristici, come infiltrati, e arrivare a guidarli.
Non solo: gli organi di controllo come il Copasir non avranno alcun potenziamento, quindi gli 007 potranno agire indisturbati.
A prevederlo è l'articolo 31 del ddl Sicurezza che, dopo essere stato approvato alla Camera, è ora all'esame delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato: "A previsione di ulteriori condotte di reato per finalità informative, scriminabili, concernenti la direzione o l’organizzazione di associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico e la detenzione di materiale con finalità di terrorismo (reato quest’ultimo introdotto dall’articolo 1 del provvedimento), la fabbricazione o detenzione di materie esplodenti".
In altre parole i nostri servizi segreti, che sono de facto una costola della Cia, potranno guidare organizzazioni terroristiche o eversive (quindi anche le mafie) anche se sono impegnate a organizzare stragi? Gli agenti potranno compiere reati terroristici se autorizzati dal Presidente del Consiglio?
Senza contare l'immunità da qualsiasi procedimento in quanto è prevista una "tutela processuale” attraverso “l’utilizzo di identità di copertura negli atti dei procedimenti penali e nelle deposizioni" ed una "estensione delle condotte di reato scriminabili, che possono compiere gli operatori dei servizi di informazione per finalità istituzionali su autorizzazione del Presidente del Consiglio dei ministri, a ulteriori fattispecie concernenti reati associativi per finalità di terrorismo".
A sostenere la misura, che darebbe molto più potere agli 007 italiani, è intervenuto anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che, in una nota, seguita alla sua audizione a Palazzo Madama, spiega sostanzialmente come più si scalano i vertici di queste organizzazioni, più si riescono ad acquisire informazioni utili per contrastare il fenomeno.
Tuttavia è bene ricordare che i nostri servizi, sin dalla nascita dello Stato repubblicano ad oggi, abbiano avuto un ruolo rilevantissimo in tutte le stragi che si sono succedute nel corso degli anni (compresa quella di via d'Amelio).
Per farla più semplice: come potremmo mai essere sicuri che i servizi utilizzino il loro mandato unicamente per raccogliere informazioni e non per altro? Come ricostituire una sorta di 'Falange Armata' 2.0?
La norma è contestata dalle opposizioni che ne chiedono l'abrogazione, come Avs, o quanto meno lo stralcio, come il Pd, "perché si discuta di misure così delicate all'interno di un provvedimento organico, di riforma" dell'intelligence e "non in un decreto tanto eterogeneo" senza che, come sottolinea invece Italia Viva, "non siano adeguatamente rafforzati anche i poteri del Copasir".
Nel passaggio alla Camere del provvedimento, il M5S, con Marco Pellegrini e + Europa, con il segretario Riccardo Magi, avevano già sollevato il problema, ma la norma non aveva subito modifiche.
Al Senato, l'opposizione torna a protestare sempre contro la stessa norma che prevede, tra l'altro, la possibilità di "spiare" le Procure, in nome di un'esigenza di "sicurezza", come denunciato più volte dai senatori del M5S, Roberto Scarpinato e di Avs, Ilaria Cucchi.
Ma anche a Palazzo Madama senza alcun esito.


Università e prigioni saranno il parco dei servizi

L'articolo 31 del ddl sicurezza trasforma in "informatori" dei Servizi tutti i dirigenti pubblici, con particolare attenzione a università ed enti di ricerca, mutando l’attuale facoltà di “corrispondere” con le agenzie di intelligence in “obbligo di collaborazione e assistenza” per la “tutela della sicurezza nazionale”, fino alla possibilità di fornire informazioni coperte per legge da riservatezza, come ad esempio quelle sulle opinioni o le attività politiche di un dipendente o di uno studente.

Nel documento è prevista anche la "possibilità di condurre colloqui con detenuti e internati, per finalità di acquisizione informativa per la prevenzione di delitti con finalità terroristica di matrice internazionale".
Ma la doppia faccia del nostro Stato si è rivelata facilmente nel passato dietro le mura delle carceri: si presenta con il volto di chi entra nelle celle e lascia dei sacchetti di plastica sul comodino dei detenuti, come accadde per Antonino Giuffrè (braccio destro di Provenzano) o che uccidono simulando suicidi come nel caso di Nino Gioè. E come dimenticare la scena in cui Bernardo Provenzano si mette un sacchetto in testa comunicando simbolicamente che qualcuno gli aveva consigliato il suicidio?
In conclusione: con questo ddl e la riforma del Premierato e la ricetta per un regime autoritario è completa.

Per vedere il documento: Camera.it

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