Enormi quantità di droga spacciate per conto della ‘Ndrangheta: 2,7 milioni di euro in contanti generati in soli sei mesi
La Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha smantellato un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga e legata alla cosca della ‘Ndrangheta dei Barbaro. Tra gli arrestati spicca anche l’ex capo della Curva del Milan Luca Lucci. Proprio la figura di Lucci, infatti, emerge come un punto di riferimento; tanto tale da essere considerato dai suoi collaboratori come il “numero uno”. Del resto, Lucci, che poteva vantare anche amicizie di un certo peso grazie ai suoi rapporti con Rosario Calabria, noto per i suoi legami con la ‘Ndrangheta di Platì, ambiva a diventare il capo indiscusso del mercato della droga in Lombardia. Lo dimostrano anche le intercettazioni, che hanno svelato una strategia ben strutturata e affinata, che prevedeva persino l’uso di armi per eliminare la concorrenza. Le conversazioni intercettate, nonostante avvenissero tramite tecnologie di comunicazione criptata come SkyEcc, hanno svelato che, in realtà, i piani di Lucci non si limitavano al traffico di droga locale, ma includevano anche la gestione dei rifornimenti di hashish proveniente dalla Spagna, arrivando ad espandere il proprio interesse al business della cocaina. A favorire l’attività criminale organizzata da Lucci e dai suoi sodali contribuiva la collaborazione di corrieri particolarmente ingegnosi. Personaggi come “Amazon”, ad esempio, che utilizzavano il furgone della GLS, la nota compagnia di trasporto e consegna merci, per trasportare droga insieme a normali pacchi di spedizione. Un metodo che, per il collaboratore soprannominato “Amazon”, non solo era ingegnoso, ma anche particolarmente remunerativo, permettendogli di guadagnare fino a 500 euro per consegna.
D'altra parte, proprio l’ingegno e la spregiudicatezza criminale hanno rapidamente determinato l’esistenza di un cospicuo giro di droga, capace di produrre guadagni considerevoli. Forse è per questo motivo che Lucci, insieme al suo amico Calabria, pianificava di consolidare il controllo del territorio attraverso una vera e propria guerra. Da qui la decisione di coinvolgere personaggi che, come emerso durante una conversazione intercettata, “non aspettano altro” per avviare una guerra che permettesse al gruppo criminale di inondare Milano di droga. Il piano prevedeva anche il supporto di un’organizzazione capace di gestire due camion a settimana, garantendo così un flusso costante di grandi quantità di droga per una distribuzione continua ed efficace.
Un giro d’affari enorme, che avrebbe generato oltre 2,7 milioni di euro in contanti in soli sei mesi. Denaro che Roberta Grasso, in qualità di contabile del gruppo criminale, avrebbe gestito occupandosi anche della logistica. In particolare, secondo quanto riportato nell’ordinanza, tra il 10 settembre 2020 e il 3 marzo dell’anno successivo, la donna avrebbe movimentato per conto di Lucci 2.731.210 euro in contanti, somma che - come riportato da “Il Fatto Quotidiano” - “consegnava” periodicamente al capo ultras. Ad aggiungere un ulteriore livello di complessità al caso sono i legami di Lucci con la ’Ndrangheta e con produttori nordafricani di hashish, un elemento che conferma la portata internazionale del traffico di droga. Le accuse a carico di Lucci includono il traffico di stupefacenti su larga scala, anche se al momento non gli viene formalmente contestata l’associazione mafiosa. Tuttavia, il gip ha ipotizzato l’esistenza di un’associazione organizzata che operava sotto la sua direzione. L’inchiesta coinvolge anche altri esponenti di rilievo del narcotraffico lombardo, tra cui Antonio Rosario Trimboli e Costantino Grifa, entrambi legati ai clan di Platì e ad altre organizzazioni criminali.
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