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La questione mafiosa scivola nell’indifferenza: per il 45% degli intervistati, i mafiosi sono colletti bianchi

Per quattro italiani su dieci la mafia è “meno violenta rispetto al passato”. Questo è il quadro drammatico e preoccupante che emerge da un sondaggio realizzato da Demos per conto di Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, da anni impegnata nella lotta contro la mafia. L’istituto di ricerca politica e sociale ha evidenziato come il fenomeno mafioso in Italia venga percepito sempre meno come un problema, con il rischio concreto di una pericolosa assuefazione sociale. Una quota analoga (circa quattro italiani su dieci) ritiene che la mafia sia rimasta invariata in termini di violenza, mentre il 10% degli intervistati pensa che oggi sia persino più violenta. Inoltre, il 45% degli intervistati associa la figura del mafioso a quella di “professionisti” o “colletti bianchi”. Particolarmente significativo è, invece, l’assenza di parte considerevole di persone intervistate che hanno mostrato opinioni opposte o diverse, confermando, dunque, la tendenza già emersa durante le indagini condotte in precedenza.

Ad ogni modo, nonostante il dato preoccupante relativo alla percezione della mafia, il 64% degli intervistati ritiene che si parli ancora troppo poco del fenomeno. Questa percentuale è in aumento rispetto all’anno precedente, quando era del 54%. Solo una minoranza degli intervistati considera l’informazione sulla mafia “corretta” (10%) o “approfondita” (6%).

Un altro aspetto emerso dal sondaggio riguarda i settori percepiti come principali roccaforti della criminalità organizzata. Traffico di droga e appalti pubblici sono considerati i campi privilegiati dalle mafie, mentre il settore dell’edilizia e gli eco-reati, come lo smaltimento illecito dei rifiuti, destano ancora preoccupazione, anche se in misura minore rispetto al passato. Anche gli investimenti finanziari e immobiliari, sebbene ritenuti critici, sono percepiti come meno problematici rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda la “geografia delle mafie”, gli italiani sembrano aver modificato la percezione del grado di pericolosità delle varie organizzazioni criminali. La ‘Ndrangheta calabrese si conferma la più temuta, mentre la mafia cinese viene considerata più pericolosa di Cosa Nostra e della Camorra napoletana.  Inoltre, organizzazioni tradizionalmente considerate di secondo piano, come la mafia foggiana e quella nigeriana, stanno iniziando a occupare uno spazio crescente nella percezione del crimine organizzato. In definitiva, nonostante gli anni trascorsi dagli 'omicidi eccellenti' e dalle stragi mafiose, la direzione intrapresa appare particolarmente sbagliata. La mafia viene percepita come un fenomeno quasi scontato, mentre si indebolisce l’impegno morale e sociale che dovrebbe coinvolgere tutti: dalle istituzioni all’informazione, fino ai cittadini.

Fonte: La Repubblica

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