Rete Antiviolenza: “Chiederemo al governo di intervenire; non può abbandonare questa città in un momento così delicato”
“Qualcosa bisogna fare, non possiamo restare fermi davanti a queste tragedie, perché vuol dire che stiamo fallendo”. A dirlo è padre Alex Zanotelli, da anni attivo nel quartiere Sanità di Napoli, invitando la società civile a non rimanere inerte e in silenzio di fronte al dramma che, anche in Campania, come in altre regioni d’Italia, si sta consumando attraverso il fenomeno delle cosiddette baby gang: giovani che si lasciano ammaliare dal potere ottenuto attraverso la violenza più efferata, un potere che, in realtà, sta distruggendo il futuro di tantissimi ragazzi. L’ultimo tragico episodio si è verificato proprio a Napoli, lo scorso 24 ottobre, con la morte di Emanuele Tufano, un ragazzo di soli 15 anni, ucciso durante uno scontro a fuoco tra bande di adolescenti tra via Carminiello al Mercato e l’angolo di Corso Umberto I. In quei vicoli, dove padre Zanotelli combatte ogni giorno contro il disagio sociale, la povertà e l’emarginazione diventano sempre più spesso un’occasione per la criminalità organizzata, costantemente in cerca di nuove reclute.
Durante lo scontro, gruppi di giovani si sono affrontati in una sparatoria che ha seminato il caos nei vicoli di Napoli, con diversi proiettili - ha riportato “La Repubblica” - che hanno colpito auto parcheggiate e le vetrine di alcuni negozi nelle vicinanze. Padre Zanotelli, insieme alle associazioni locali, ha espresso grande preoccupazione per un fenomeno come quello delle baby gang, che rischia di intensificarsi con ulteriori scontri tra bande giovanili, innescando una pericolosa escalation di violenza. “Bisogna rafforzare gli strumenti a disposizione, aprire scuole e aumentare i servizi educativi sul territorio. Partire dai bambini, offrendo loro asili nido”, ha spiegato padre Zanotelli, esprimendo pubblicamente il suo dolore per quanto sta accadendo. Da qui, l’iniziativa di riunirsi con oltre trenta associazioni attive nel quartiere, tutte impegnate in progetti educativi e di supporto per i giovani a rischio. Si sta anche valutando la possibilità di organizzare una manifestazione che, partendo da Piazza Sanità, raggiunga la Prefettura, passando anche dal luogo dove è stato ucciso Emanuele. Inoltre, è in fase di preparazione un documento da presentare al prefetto Michele Di Bari per richiedere azioni concrete contro la violenza.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Municipalità 2, Fabio Greco, che ha denunciato la carenza di assistenti sociali nella zona. “Il servizio dedicato ai minori non funziona più - ha spiegato Greco - abbiamo bisogno di un esercito di assistenti sociali. Oggi ce n’è una ogni 5.000 persone, e sono per lo più impegnate a supporto delle 8.000 richieste dell’assegno di inclusione. Effettuano circa 10 controlli al giorno in un territorio di 100.000 persone. È urgente assumere nuove assistenti sociali”. Le associazioni, riunite nella “Rete Antiviolenza”, hanno chiesto un incontro urgente con il prefetto, sottolineando come, nonostante i precedenti confronti, la violenza giovanile a Napoli non solo persista, ma sembri addirittura aumentare. “L’obiettivo - ha precisato Rete Antiviolenza - è aprire un tavolo attorno al quale far sedere istituzioni e rappresentanti della società civile, perché crediamo nella circolarità delle azioni per tutelare il futuro dei nostri giovani. In questa occasione, come in passato, presenteremo un documento con proposte concrete. E siamo determinati a chiedere un intervento deciso anche al governo, che non può abbandonare questa città in un momento così delicato”.
Foto © Imagoeconomica
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