L’ex magistrato Gian Carlo Caselli elogia l’iniziativa sulle pagine del Corriere di Torino: "E bravi i ragazzi di Libera!"
“In una stagione, lunga stagione, di indifferenza, accettazione passiva e assuefazione al malaffare, è confortante constatare che 42 volontari di Libera hanno partecipato con impegno ed entusiasmo a un’inchiesta su strada su uno degli argomenti più complessi: la percezione delle mafie e della corruzione, nonché di fenomeni come il pizzo, l'estorsione e l'usura.” Lo scrive l’ex magistrato Gian Carlo Caselli sulle pagine del Corriere di Torino, complimentandosi per l’entusiasmo dimostrato dai volontari di Libera in questa iniziativa, volta a promuovere una maggiore comprensione dei fenomeni mafiosi, del pizzo e dell’usura, oltre che della corruzione e del malaffare in generale, e comunicata con efficacia, superando il consueto approccio di rassegnazione che spesso accompagna questi temi. L’inchiesta è stata realizzata attraverso questionari distribuiti a Torino, Firenze e Napoli tra gennaio e marzo 2024, con l’obiettivo di raccogliere dati utili per mappare la percezione e le opinioni delle persone su queste tematiche. Il risultato del lavoro è un report di 47 pagine, ricco di grafici e diagrammi che facilitano la consultazione e lo rendono accessibile a un pubblico ampio, anche grazie alla scelta accurata di una grafica vivace che alleggerisce la mole di numeri e dati. L’ex magistrato, che a Torino non solo è nato ma ha anche ricoperto il ruolo di Procuratore Generale presso la Corte d'Appello, ha approfondito i dati raccolti dall’inchiesta condotta da Libera nella sua città natale, dove i volontari hanno distribuito 488 questionari e ne hanno raccolti 218. Il campione di persone intervistate ha un’esperienza professionale media di 21 anni e un livello di istruzione prevalentemente pari alla scuola secondaria superiore, seguito dal diploma di scuola media e dalla laurea. Dai risultati emerge che il 70% dei torinesi intervistati desidera un maggior livello di sicurezza, ottenibile sia con una maggiore presenza delle forze dell’ordine sia tramite progetti di riqualificazione urbana e ambientale. Tuttavia, prevale una sfiducia piuttosto diffusa verso le istituzioni pubbliche, politiche e sindacali, nonché verso le banche, a causa di un accesso al credito percepito come sempre più irraggiungibile. Altra nota evidenziata dall’ex magistrato riguarda il buon livello di conoscenza dimostrato dai torinesi sul fenomeno della mafia, dell’estorsione e dell’usura: temi che sembrano essere affrontati senza allarmismi. “Alla domanda ‘Che cos'è la mafia?’ - scrive Caselli riportando alcuni dati del report - tra le risposte ‘suggerite’ dal questionario, a Torino la maggioranza (40,45%) sceglie ‘un sistema organizzato di violenza e corruzione’. Per sconfiggere la mafia, la strada migliore (secondo il 44,04%) è colpire i patrimoni dei mafiosi. La mafia (78%) danneggia l’economia perché allontana gli imprenditori onesti e impedisce lo sviluppo.” - prosegue - “Colpisce negativamente, inoltre, il dato che il 75% degli esercenti non conosce i fondi prefettizi ministeriali, accessibili dopo una denuncia, per ripartire con la propria attività. Per accompagnare le vittime, Libera ha attivato fin dal 2018 un numero verde e sportelli di supporto”. In ultimo, ma non per ultimo, il legame tra mafia, corruzione, usura ed estorsione, ben noto agli esperti, è stato riconosciuto anche dai partecipanti all’inchiesta. Alla fine del report, hanno avanzato una richiesta significativa: inviare una copia del documento al ministro della Giustizia, Carlo Nordio; “perché - ammessa l’esistenza di reati spia della mafia - non si applichi alle intercettazioni che li riguardano la mannaia dei 45 giorni di durata”.
Foto © Imagoeconomica
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