La procura di Genova ha chiesto il giudizio immediato nei confronti di circa venti persone arrestate ad aprile di quest'anno con l'accusa di detenzione e traffico internazionale di cocaina e armi, anche da guerra. Quello che viene considerato il capo dell'associazione, Gabriele Puleo, secondo gli inquirenti, gestiva il tutto dal carcere dove si trova dal 2015: anche dopo il suo arresto, avvenuto dopo il sequestro di un ingente quantitativo di cocaina (quasi 148 chilogrammi) in concorso con il latitante Giuseppe Bellocco, Puleo comunicava con gli altri associati, tra i quali, riportano gli investigatori, Marco Cuoco e Vincenzo Puleo.
Puleo utilizzava, riportano sempre gli inquirenti, criptofonini o sistemi artigianali di comunicazione crittografata.
La vasta operazione denominata 'Cook', condotta dai carabinieri del Ros con il supporto dei militari dell'Arma genovese insieme ai colleghi di Como e Reggio Calabria è stata eseguita il 3 aprile 2024.
"L'attività è frutto della cooperazione giudiziaria e di polizia assicurata a livello europeo da Eurojust ed Europol", hanno spiegato i carabinieri del Ros. Tra gli arrestati una persona di nazionalità dominicana, due di nazionalità colombiana e sette di nazionalità albanese. Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di un'associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama, in Colombia e in Venezuela e finalizzata, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, a importare dall'America Latina ingenti quantitativi di cocaina. La droga veniva caricata su navi dirette al porto di Genova e, una volta recuperata con l'illecita collaborazione di lavoratori del porto, rivenduta. Il gruppo si occupava anche di recuperare carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, incassando una percentuale intorno al 20% sul carico.
Foto © Imagoeconomica
In Liguria passavano armi e droga. Capo dell'organizzazione gestiva tutto dal carcere
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