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Il nuovo provvedimento accolto tra proteste e contestazioni

Proteste dentro e fuori Palazzo Madama. Così è stato accolto il disegno di legge Sicurezza che da martedì prossimo comincerà il suo iter davanti alle Commissioni congiunte Giustizia e Affari Costituzionali del Senato, dopo essere stato approvato alla Camera lo scorso 19 settembre con 162 voti a favore, 91 contro e 3 astenuti. "Armati" di striscioni con la scritta "I manganelli sono un fallimento" e al grido di "Giustizia e libertà", "Fascisti carogne tornate nelle fogne!" e "Volete lo Stato di Polizia? Noi non siamo l'Ungheria", migliaia di manifestanti hanno preso parte alla mobilitazione promossa dai sindacati, invadendo prima piazza Vidoni e poi piazza Navona, le zone intorno al Senato, contro un progetto di legge che punisce, tra l'altro, la 'resistenza passiva' anche nelle carceri e nei centri di accoglienza per i migranti. Un testo che viene attaccato duramente anche dall'opposizione che, con i suoi leader, protesta insieme a Cgil, Cisl e Uil. Una protesta che si è allargata anche in Sardegna e in altre regioni d'Italia. La segretaria Dem Elly Schlein parla di "norme liberticide", mentre Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, rispettivamente, di "scempio autoritario" e di "svolta fascista". Per il presidente del M5S Giuseppe Conte, invece, si tratta di "un passo indietro" rispetto persino "al Codice Rocco" di epoca fascista. Ma per sostenere il disegno di legge che, composto di 38 articoli introduce una serie di nuovi reati, tra cui quello di occupazione arbitraria di immobili punendo chi occupa con il carcere dai 2 ai 7 anni, la maggioranza fa quadrato.


Il Ddl è contro la Costituzione

Sul ‘Fatto Quotidiano’ molte delle firme illustri, tra cui Moni Ovadia ed Elena Basile, hanno scritto una lettera indirizzata al presidente della repubblica Sergio Mattarella e al premier Giorgia Meloni.
“La democrazia, così come la cultura - scrivono - sono fondate sulla possibilità di dissentire. Solo il dissenso permette la diversità delle posizioni e delle idee, solo il dissenso mette al vaglio la verità e la giustizia, solo il dissenso è alla base del pensiero. L’itinerario che l’attuale governo sta perseguendo fin dal primo giorno e che culmina con una legge, il ddl Sicurezza 1660, detto anche legge anti-Gandhi, che proibisce in tutte le sue forme, attiva e passiva, disarmata e non violenta, ogni dissenso, manda oggi al macero la democrazia e la cultura che il dopoguerra ha pazientemente costruito, con il sostegno della Costituzione della Repubblica Italiana, proclamata da Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947”.
I firmatari continuano scrivendo che “noi, cittadine e cittadini italiani ci riconosciamo in questa Costituzione, nei principi e nelle libertà che ci ha fino a oggi garantito, e ci rifiutiamo di rinnegare 77 anni di democrazia e di cultura, compiendo l’orribile salto indietro in una stagione che credevamo sepolta. Noi cittadine e cittadini italiani ci riconosciamo nella libertà di pensare e di esprimere il nostro pensiero sotto ogni forma, parlata e scritta, stampata e diffusa con qualsiasi mezzo, di riunirci e associarci pacificamente, di informare ed essere informati, di insegnare ed essere istruiti, di scegliere liberamente la nostra occupazione, il nostro domicilio e liberamente viaggiare; e riconosciamo queste libertà per noi, gli stranieri e gli apolidi, i rifugiati e i richiedenti asilo, e intendiamo esercitare i nostri diritti inviolabili, a cominciare dal diritto di solidarizzare con chi si oppone, sia con lo sciopero che con l’occupazione pacifica o con manifestazioni pubbliche di dissenso, con chi reclama dallo Stato leggi che permettano alla nostra terra di difendersi da catastrofi climatiche o dagli orrori delle guerre e infine con chiunque risponda al richiamo della giustizia e della pietà: e se questi sono reati, ci autodenunciamo responsabili di questi reati, passati, presenti e futuri, tutti e ciascuno, consapevoli che solo così facendo possiamo proteggere la democrazia e la cultura che da 77 anni ci appartengono e di cui andiamo fieri”.


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Giorgia Meloni


Le principali misure del provvedimento. Reato di rivolta e norma "anti Gandhi"

Chiunque, all'interno di un istituto penitenziario, "prenda parte a una rivolta mediante atti di violenza, minaccia o resistenza all'esecuzione degli ordini, commessi da tre o più persone riunite, è punito con la reclusione da uno a cinque anni". Anche gli atti di resistenza passiva rientrano in questa fattispecie. La norma si applica anche nei centri di trattenimento e accoglienza per migranti.


Detenute madri con figli

È stato abolito il differimento obbligatorio della pena per le detenute in gravidanza o madri di figli fino a un anno di età. Questa misura è stata motivata dal centrodestra come necessaria per contrastare il fenomeno delle "borseggiatrici rom". L’esecuzione della pena non sarà rinviata se il giudice riterrà probabile il rischio di nuovi reati, e potrà avvenire in istituti a custodia attenuata per detenute madri. Aumentate anche le pene per chi utilizza minori nell’accattonaggio, con la pena massima che passa da tre a cinque anni.


Cannabis

La cannabis light è ora equiparata alla cannabis stupefacente se il contenuto di THC supera lo 0,2%. Il commercio, la lavorazione e l’esportazione di foglie, infiorescenze, resine e prodotti contenenti derivati della pianta di canapa sono vietati. Le infiorescenze di canapa destinate a fini industriali sono trattate alla stregua di stupefacenti, soggette alle sanzioni previste dal Dpr 309/1990.


Stop sit-in su binari e strade

Chi partecipa a sit-in che bloccano la circolazione stradale o ferroviaria rischia l’arresto. Il disegno di legge trasforma l’attuale sanzione amministrativa in un reato punibile con il carcere, con pene più severe se l’azione è commessa da un gruppo di persone.


Aggravante dissenso No-Ponte e No-TAV

L’aggravante viene introdotta per atti di violenza o minaccia contro un pubblico ufficiale finalizzati a impedire la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture strategiche, con un possibile aumento della pena fino a un terzo.


Inasprimento pene per danni in manifestazioni

Le pene per il reato di danneggiamento durante manifestazioni pubbliche sono state aumentate, con una reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni e una multa fino a 15mila euro, se commesso con violenza o minaccia.


Estensione del Daspo urbano

Il questore potrà disporre il divieto di accesso alle aree di trasporto per chi sia stato denunciato o condannato, anche senza sentenza definitiva, nei cinque anni precedenti. Viene esteso anche l’arresto in flagranza differita per reati commessi contro un pubblico ufficiale durante manifestazioni.


Bodycam, armi e spese legali per le forze di polizia

Gli agenti di pubblica sicurezza potranno portare senza licenza alcune armi, come fucili, rivoltelle e pistole, anche fuori servizio. Inoltre, sarà raddoppiato l’anticipo delle spese legali per atti compiuti durante il servizio, e sarà possibile dotare gli agenti di bodycam.


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Sim a extra-UE solo con permesso di soggiorno

Le imprese che vendono schede SIM senza rispettare gli obblighi di identificazione dei clienti saranno sanzionate con la chiusura dell’attività per un periodo da cinque a trenta giorni.


Reato di occupazione arbitraria

Chi occupa o detiene illegalmente un immobile destinato a domicilio altrui, o impedisce l’accesso al legittimo proprietario, sarà punito con una pena da due a sette anni. Questa norma si applica anche alle pertinenze come box auto, cortili, balconi e terrazze. Urgente la procedura di rilascio dell’immobile, con un intervento d'ufficio se il reato è commesso contro persone incapaci.


Reati in stazioni e metropolitane

Viene introdotta l'aggravante per reati commessi nelle stazioni ferroviarie, metropolitane o all’interno di convogli per il trasporto passeggeri. Prevista una specifica aggravante anche per le truffe ai danni di persone anziane.


Modifiche al Codice antimafia

Le imprese aderenti ai contratti di rete sono ora soggette alla documentazione antimafia. Il prefetto, in presenza di una interdittiva antimafia, potrà escludere alcuni divieti se ciò comprometterebbe i mezzi di sostentamento del titolare e della sua famiglia. Novità anche sulla protezione dei collaboratori e testimoni di giustizia, incluse misure per l’uso di identità di copertura e per i beni sequestrati.


Benefici per parenti di mafiosi con rapporti interrotti

I parenti o affini di mafiosi entro il quarto grado non saranno esclusi dai benefici riservati alle vittime della criminalità organizzata se, al momento del reato, i rapporti familiari o affettivi erano stati interrotti in modo definitivo e non c’era alcuna frequentazione concreta.


Revoca della cittadinanza per terrorismo e reati gravi

Il termine per la revoca della cittadinanza per reati di terrorismo o altri gravi reati è esteso da tre a dieci anni dalla sentenza definitiva. La revoca non può essere disposta se la persona non possiede o non può acquisire un'altra cittadinanza.


Reato di detenzione di materiale a fini terroristici

È punito con la reclusione da 2 a 6 anni chiunque, al di fuori dei casi di associazione a fini terroristici, si procuri o detenga istruzioni per compiere atti di terrorismo, o divulghi informazioni sull’uso di esplosivi o sostanze tossiche con finalità di delitti contro lo Stato.

Foto © Imagoeconomica

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