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Le verità raccontate nel documentario "The Children in the Pictures"

La pedofilia, in ogni sua forma, è un crimine che necessita di organizzazione, di complici (a volte di alto livello), coperture legali, di ‘metodo’.

Ormai si tratta di una piaga mondiale che ha rotto gli argini di ogni cultura e di ogni Stato trasformandosi in un olocausto che ogni anno uccide in anima e in corpo milioni e milioni di bambini e bambine.

Tale realtà, spesso ignorata da giornali e governi (di ogni colore), è stata raccontata dalle innumerevoli operazioni delle forze dell’ordine, dai rapporti di associazioni di cittadini, e da qualche scrittore.

Tra il materiale a disposizione si annovera anche il documentario ‘The Children in the Pictures’, che rivela l'incredibile estensione delle reti criminali di abusatori di minori e gli atti che i loro membri commettono nei confronti dei bambini, fornendo un'illustrazione agghiacciante della realtà degli abusi sessuali online subiti da innumerevoli bambini e neonati in tutto il mondo.

La realtà mostrata nel documentario a tratti supera la fantasia: basti pensare quando vengono mostrati i numeri degli appartenenti ai un gruppi online di abusatori e pedofili: si parla di cifre che vanno oltre i due milioni e mezzo. Ecco il dato granitico che tutti i crimini che ruotano attorno alla pedofilia sono crimini ‘comunitari’ a cui partecipa una folta cerchia di criminali a livello mondiale.

Chi c’è dentro questi gruppi? Persone insospettabili, colletti bianchi, avvocati, medici, insegnanti, preti, operai, baby sitter e via elencando.

Una grande manna per costoro è senz’altro arrivata dalle tecnologie mobili e dalle piattaforme di social media sempre più integrate nella vita dei bambini e dei giovani, offrendo agli abusatori un accesso senza precedenti alle vite degli utenti.

Si stima che 12 milioni di bambini siano entrati online per la prima volta nel 2020, una tendenza destinata a crescere e che ha avuto un'impennata durante la pandemia. La combinazione di una regolamentazione online limitata, della crittografia e di una crescente dipendenza da Internet pone senza dubbio una nuova sfida da cui, in presenza della cecità (complicità) della politica, la comunità rischia di uscirne sconfitta.


La verità nascosta dietro lo sfruttamento online: la lotta di 'Argos'

La ‘Task Force Argos’ venne fondata nel 1997 è una sezione della polizia del Queensland, responsabile delle indagini sullo sfruttamento e l'abuso di minori online, due dei crimini in più rapida crescita al mondo.

Guidata dal determinato ispettore Jon Rouse, come raccontato nel documentario, l’Argos ha identificato una crescente moltitudine di potenziali minacce per i bambini nelle chat room online, dove i predatori sessuali adescavano i bambini e li reclutavano per soddisfare i loro sordidi interessi.

I membri di questa squadra si infiltrano nelle reti criminali dando la caccia ai peggiori molestatori, alla ricerca di indizi vitali che possano aiutarli a salvare le giovani vittime.

Tra i membri della squadra vi sono gli infiltrati: agenti il cui compito è aprire un account e convincere un'altra persona di essere un pedofilo. “Stai assumendo l'identità di ciò contro cui combatti. Stai diventando il nemico. Devi parlare del tuo desiderio per i bambini e di ciò che fai o vorresti fare a tuo figlio e agli altri bambini, e devi farlo in modo piuttosto esplicito.

Lavoro nell'ambito degli abusi online su minori da 25 anni e posso sicuramente dire che il ruolo più difficile di tutti è assumere quelle identità e diventare quelle persone online. Ti sembra di dover fare una doccia dopo. Ti senti sporco” dice un agente della Argos nel documentario a dimostrazione degli orrori che vede ogni giorno.

La maggior parte delle persone spesso non riescono a cogliere la reale gravità dello sfruttamento minorile online. Certo, l'orrore è immediato: tutti reagiscono con disgusto e shock quando ne sentono parlare, ma la vera portata di questo fenomeno è difficile da comprendere. E non è qualcosa che accade raramente: avviene ogni singolo giorno, in ogni parte del mondo, nell’ambito di una rete criminale organizzata, operante a livello globale. Le immagini non restano confinate in una singola giurisdizione: viaggiano oltre i confini nazionali, spostandosi da un continente all’altro, alimentando una rete nascosta di milioni di predatori che, impunemente, delinquono per anni prima di essere arrestati.
Il tutto grazie alla mollezza dei governi e a leggi fatte su misura per proteggere gli abusatori.

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