Pubblicati stralci del verbale dove il ministro ipotizza talpe nell’Aise che avrebbero passato notizie riservate alla stampa: indaga il Copasir
Non scorre buon sangue tra Guido Crosetto e i vertici dell’Aise (il servizio segreto italiano per l’estero). Il ministro della Difesa, ex numero uno della Federazione aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza (AIAD) ed ex Senior Advisor di Leonardo, ha confessato di avere rapporti "non particolarmente buoni con l'Aise", cui ha contestato "in più di un'occasione mancate informazioni che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale". Parole, queste, dette a verbale al procuratore di Perugia Raffaele Cantone e pubblicate da Il Fatto Quotidiano, che mostrano uno scontro plateale tra due istituzioni chiave del Paese e che fanno saltare sulla sedia Palazzo Chigi. Così, dopo Giorgia Meloni, che avrebbe disposto l'allontanamento della Polizia dal suo ufficio, ora anche Crosetto sembra soffrire di una psicosi da complotto. Ma pare che le ansie del ministro della Difesa abbiano più ragione d’esistere rispetto a quelle della premier. La vicenda viene approfondita da Il Fatto Quotidiano e dal Domani. Tutto ha inizio il 22 gennaio, quando Crosetto ha ricevuto nel suo ufficio il procuratore di Perugia Raffaele Cantone per essere interrogato. E' lo stesso Crosetto a chiedere di essere sentito, inviando una nota con allegati due articoli del Domani. Il primo, firmato da Giovanni Tizian, del 28 novembre 2023, riportava il colloquio finalizzato all’assunzione sostenuto dalla moglie del ministro con l’Aise nel 2019-2020. Il secondo, datato, 20 dicembre 2023, firmato da Tizian e Stefano Vergine, riprendeva la notizia (data dal Fatto il giorno prima) della casa nella quale Crosetto viveva da mesi senza pagare l’affitto al proprietario (secondo Crosetto a causa di un inadempimento del locatore sui lavori di ristrutturazione), il figlio dell’imprenditore Carmine Saladino, attivo con la MaticMind nel settore Difesa e CyberSecurity. Il Domani aggiungeva la notizia di un bonifico di 124mila euro, lecito, incassato nel 2021 da Crosetto (al tempo presidente di Aiad) per una consulenza in favore della Sio, società attiva nel settore intercettazioni poi acquisita dalla stessa MaticMind nel 2022. Gli articoli avevano fatto uscire dalle staffe Crosetto, come dirà lo stesso a Cantone, essendo “le vicende relative all’assunzione nei Servizi coperte da segreto”. L’anno precedente, nel 2022, la Procura di Roma, dopo un suo esposto, aveva individuato il tenente in forze alla Dna che aveva fatto le interrogazioni su di lui nelle banche dati. Crosetto, scrive Il Fatto, “da agosto 2023 sa che, per i pm di Roma e Perugia, è stato Pasquale Striano a dare nel 2022 al Domani i dati sui redditi da lui percepiti da società come Leonardo (621 mila euro nel solo 2021) attive nel settore Difesa”. E quando leggerà i due pezzi del Domani deciderà di rivolgersi alla procura di Perugia proprio perché pensa a una possibile connessione tra questi articoli e quello sui redditi uscito un anno prima. A gennaio di quest’anno, come riportano alcuni stralci del verbale fatto davanti a Cantone e pubblicato da Il Fatto Quotidiano, suppone, nonostante fino a quel momento non c’erano stati riscontri concreti, una qualche connessione tra l’Aise agli articoli de IlDomani. Sull’assunzione ha dichiarato a Cantone: “Non è vero che mia moglie (Gaia Saponaro, ndr) non superò il colloquio. Fu anzi il contrario che non si presentò al successivo colloquio al quale era stata ammessa anche per mia contrarietà. Mia moglie aveva partecipato al colloquio in quanto aveva avanzato una richiesta formale via internet attraverso la cosiddetta ‘application’. Quando contestai a Tizian che questa notizia era riservata lui non diede alcuna risposta e ovviamente si guardò bene dal dirmi da chi l’aveva avuta”. Il giorno dopo all’articolo, Crosetto ha ammesso di essere andato su tutte le furie e di aver parlato con figure centrali della galassia dei servizi. “Io mi sono particolarmente arrabbiato e ho parlato della vicenda con il sottosegretario Mantovano (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, ndr) delegato ai servizi e con la premier Giorgia Meloni e ho anche esplicitato le mie rimostranze al direttore dell’Aise Gianni Caravelli. Ho chiesto di svolgere un accertamento perché evidentemente la notizia era uscita da quel contesto e non ho saputo gli esiti ma credo che questi accertamenti siano stati compiuti. Ho parlato della vicenda anche con l’ambasciatrice Belloni direttrice del Dis alla quale pure ho chiesto di operare verifiche su come questa notizia fosse uscita”.
A questo punto Cantone ha chiesto a Crosetto se “è in grado di individuare vicende pregresse specifiche che possano consentire di ipotizzare l’eventuale attività di acquisizione di queste informazioni riservate”. La risposta del ministro è negativa ma contiene alcune allusioni interessanti: “Non ho notizie specifiche ma i miei rapporti con l’Aise in precedenza non erano particolarmente buoni perché ho contestato in più di un’occasione mancate informazioni al Ministero della Difesa che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale”. E ancora. “I rapporti con il direttore dell’Aise (Gianni Caravelli, ndr) sono formalmente buoni anche se le rimostranze per i fatti che ho indicato le ho anche esplicitate a lui contestandogli la mancanza di doverosa cooperazione”. Nella spiegazione, messa a verbale, Crosetto ha fatto altre allusioni ma senza fare nomi. “Aggiungo senza voler lanciare accuse nei confronti di nessuno che ritengo che qualcuno mi abbia potuto anche considerare responsabile di mancate conferme in posizioni di vertice in società partecipate di Stato e mi riferisco a qualcuno che aveva avuto ruoli all’interno dell’Aise”.
L'identikit potrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, quello di Luciano Carta, passato dall'Aise alla presidenza di Leonardo, sostituito dal governo Meloni. Almeno secondo Il Fatto Quotidiano. Ad ogni modo sembra che nel governo sulla vicenda ci sia una netta frattura. Tanto che alla fine è il procuratore Cantone, come è scritto nella sua richiesta di arresti domiciliari (rigettata dal Gip) contro Pasquale Striano e il pm Antonio Laudati, a dover chiedere chiarimenti alla Presidente del Consiglio, delegata, per Costituzione, alla gestione dei servizi segreti. Scrive Cantone: “Questo ufficio ha svolto approfondimenti sul punto, inoltrando una richiesta direttamente alla presidente del consiglio che, per il tramite del sottosegretario ha informato questo ufficio di aver svolto i dovuti accertamenti, escludendo il coinvolgimento degli organismi di intelligence interni”. Ne viene che, secondo quanto si apprende, il Copasir (Comitato per la Sicurezza della Repubblica) si occuperà del verbale del colloquio fra il ministro della Difesa e il procuratore di Perugia.
Foto © Imagoeconomica
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