A 54 anni di distanza, l'omicidio del giornalista resta uno dei più oscuri misteri d'Italia
Sono passati 54 anni da quando Mauro De Mauro, giornalista del quotidiano L'Ora di Palermo, scomparve in circostanze misteriose. Era la sera del 16 settembre 1970. Venne rapito da Cosa Nostra. E da quel giorno il suo corpo non è mai stato ritrovato. A distanza di oltre mezzo secolo gli esecutori materiali e i mandanti del suo rapimento sono ancora ignoti. Pochi giorni prima della sua scomparsa, De Mauro aveva confidato a colleghi giornalisti di avere uno scoop che avrebbe “fatto tremare l'Italia". Si trattava, come emerso successivamente, di rivelazioni sugli ultimi giorni di vita del presidente dell'Eni, Enrico Mattei, morto il 27 ottobre 1962 in un misterioso incidente aereo.
Mattei non era un personaggio qualunque. Con le sue politiche energetiche si era scontrato con le "Sette Sorelle", le grandi compagnie petrolifere internazionali, ed era entrato nel mirino di servizi segreti e gruppi terroristici. Secondo alcune testimonianze, la bomba che fece esplodere l'aereo di Mattei prima del decollo dall’aeroporto di Catania fu piazzata dalla mafia, ma su commissione di altri attori.
De Mauro venne trasferito alla sezione sportiva del giornale, ma, nonostante ciò, non abbandonò le sue indagini. Si recò personalmente a Gela e Gagliano Castelferrato, dove Mattei aveva avuto incontri chiave prima di morire. Raccolse informazioni e contatti. Il suo lavoro investigativo era così avanzato che, secondo testimoni, teneva una busta gialla contenente appunti per una sceneggiatura sui fatti di Mattei, busta che fu vista tra le sue mani fino al giorno stesso della scomparsa e che non venne mai più ritrovata.
Il 1970 fu un anno turbolento in Italia. L'anno prima erano avvenuti due eventi tragici: la strage di viale Lazio a Palermo, il 10 dicembre, e la strage di Piazza Fontana a Milano, il 12 dicembre. La Sicilia stessa era teatro di tensioni: oltre a scontri mafiosi, vi fu il tentato golpe di Junio Valerio Borghese (tentativo di colpo di stato di estrema destra) l’8 dicembre dello stesso anno. Mauro De Mauro operava in questo contesto e le sue rivelazioni avrebbero potuto destabilizzare ulteriormente il già fragile equilibrio politico nazionale e internazionale.
Le ipotesi sulla sua scomparsa si moltiplicarono. La prima, emersa dalle indagini dei carabinieri guidati da Carlo Alberto dalla Chiesa, ipotizzava che De Mauro avesse scoperto traffici illeciti di droga. Tuttavia, questa pista non portò a risultati concreti. La seconda, più accreditata, indagata dalla polizia sotto la guida di Boris Giuliano, collegava la scomparsa del giornalista alle sue scoperte sulla morte di Mattei. Questa ipotesi fu confermata anche dalla sentenza di primo grado del 2011, che assolse Totò Riina, unico imputato, ma indicò che De Mauro era stato rapito per le sue scoperte sul caso Mattei.
Un'ulteriore pista fu fornita dal collaboratore di giustizia Francesco Di Carlo, che collegò il rapimento e l'uccisione di De Mauro al golpe Borghese, ipotizzando che il giornalista fosse stato eliminato per evitare che rivelasse dettagli compromettenti sull'evento.
Nonostante le numerose indagini, ancora oggi non è emersa una verità definitiva su quel tragico delitto consumato il 16 settembre 1970. Nella sentenza della Cassazione del 2016 si afferma che la causa della sua scomparsa potrebbe essere legata a informazioni riservate che De Mauro aveva scoperto, verosimilmente riguardanti il coinvolgimento della mafia nella morte di Enrico Mattei.
Ed ecco che a distanza di 54 anni la scomparsa di Mauro De Mauro rimane uno dei misteri più oscuri della storia italiana del dopoguerra, un caso in cui si intrecciano mafia, politica, e poteri occulti, e che avrebbe potuto scuotere le fondamenta dell’Italia e delle sue istituzioni.
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