Il procuratore di Caltanissetta: “E' dagli anni Novanta che non mi capitava di vedere un così ingente quantitativo di armi sequestrate”
Due arsenali sequestrati e 13 arrestati. E’ il risultato di una maxi operazione eseguita dalla Polizia di Stato in due diverse ordinanze di applicazione di misura cautelare nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose di Pietraperzia e Regalbuto, nell'Ennese. Le indagini dirette dalla Dda della Procura della Repubblica di Caltanissetta, la Polizia di Stato hanno così dato seguito all'operazione "Lua Mater", per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, favoreggiamento personale aggravato, detenzione e porto abusivo di armi comuni, armi clandestine e da guerra. Durante le indagini, coordinate dal Servizio Centrale Operativo, la Sezione Investigativa di Caltanissetta del Servizio Centrale Operativo (S.i.s.c.o.), la Squadra Mobile di Enna e il Commissariato di Leonforte, hanno rinvenuto due imponenti arsenali, sequestrando, complessivamente, 8 fucili, 3 mitragliatori e 9 pistole, nonché il relativo munizionamento; arsenali che sarebbero stati pronti all'uso e nella diretta disponibilità di Cosa nostra. Sono intervenuti circa 180 operatori della Polizia di Stato che, dalle prime luci dell'alba, hanno dato esecuzione alle misure cautelari, perquisendo gli indagati e i luoghi nella loro disponibilità al fine di rinvenire delle ulteriori armi. Contestualmente, nell'ambito di una pervasiva attività di controllo parimenti finalizzata al rinvenimento di armi e munizionamenti, sono state effettuate 8 ulteriori perquisizioni nei confronti di altrettanti soggetti gravati da precedenti specifici o comunque indiziati di averne la disponibilità. Alla complessa attività di Polizia Giudiziaria, oltre ai citati Uffici, hanno partecipato gli operatori delle Squadre Mobili di Palermo, Catania, Ragusa, Agrigento, le S.I.S.C.O. di Palermo, Catania e Messina e Trento, del Reparto Volo di Palermo, dei Reparti Prevenzione Crimine di Palermo e Catania, del Reparto Mobile di Catania, del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica di Enna e del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Catania. Ulteriormente, ci si è avvalsi delle Unità Cinofile provenienti dalla Questura di Palermo e dalla Questura di Catania, nonché della Polizia di Frontiera di Catania. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa indetta dal Procuratore della Repubblica di Caltanissetta, con la presenza dei vertici della Polizia di Stato alle ore 11.00 presso l'Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Caltanissetta.
Scoperti arsenali micidiali di Cosa nostra
Nel corso della conferenza stampa sull’operazione condotta stamani, il procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca ha affermato che “quanto accertato in questa operazione conferma l'erroneità del concetto di 'Mafia liquida' e di una Cosa Nostra che fa solo affari non curando l'apparato militare. E' dagli anni Novanta che non mi capitava di vedere un così ingente quantitativo di armi sequestrate: tre fucili mitragliatori, di cui due kalashnikov, 8 fucili e 9 pistole, più circa 2mila munizioni". "Il dato è inquietante - ha aggiunto De Luca - perché il kalashnikov se ben usato ha una forza tale da riuscire a bucare anche le blindature. Quale fosse l'utilizzo potenziale di queste armi si dovrà accertare ma desta una certa inquietudine. Questo è uno dei distretti d'Italia in cui la criminalità organizzata ha più armi in rapporto alla popolazione. I due arsenali sono stati rinvenuti uno a Pietraperzia e l'altro a Regalbuto, piccoli centri da 7mila abitanti l'uno. Bisognerà accertare il perché di tutte queste armi". De Luca ha sottolineato come la Procura e le forze di polizia giudiziaria abbiano esercitato un controllo sul territorio che ha impedito gravi fatti di sangue. "E' la conferma - ha aggiunto - che la Procura di Caltanissetta non si occupa solo dei filoni di indagini sulle stragi del '92 ma anche delle dinamiche mafiose attuali avendo la priorità della sicurezza dei cittadini. Si ripropone un copione già visto, cioè un capomafia che esce dal carcere dopo aver scontato diversi anni di detenzione e godendo di particolare prestigio, riprende in mano le redini del territorio”.