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Le indagini, le accuse di depistaggio e le parole di un boss del narcotraffico, ma la verità sembra essere ancora distante

Sono trascorsi 14 anni dall'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica (Salerno) ucciso il 5 settembre 2010 con nove colpi di pistola mentre tornava a casa. La dinamica del delitto suggerisce che Vassallo conoscesse il suo assassino, poiché sembra si fosse fermato volontariamente, forse per parlare con qualcuno. Nonostante il tempo trascorso e le indagini condotte, la verità non è ancora emersa, probabilmente anche a causa di presunti errori e interferenze che avrebbero compromesso la scena del crimine. Le ipotesi sul movente sono molteplici, ma quella più plausibile riguarda il coinvolgimento di Vassallo nella lotta contro il traffico di droga nella zona di Pollica, che potrebbe aver scoperto e tentato di contrastare da solo. Una pista poi scartata riguardava un presunto spacciatore brasiliano, che aveva lasciato l'Italia poco dopo la morte del sindaco. Tuttavia, questa traccia si è rivelata un vicolo cieco, forse una falsa pista. Le indagini hanno coinvolto anche il colonnello dei Carabinieri Fabio Cagnazzo, sospettato di aver depistato le indagini. Cagnazzo si trovava ad Acciaroli il giorno dell'omicidio e pare abbia acquisito prove, come immagini di telecamere di sorveglianza, senza un mandato ufficiale. Sono sorti dubbi anche su altri carabinieri coinvolti, tra cui uno che si trovava vicino al luogo del delitto ma non avrebbe sentito i colpi di pistola, nonostante fossero stati sparati alle nove di sera e nel silenzio della campagna. Di recente, il boss del narcotraffico Raffaele Imperiale ha fornito nuove informazioni sull'omicidio di Vassallo, ma queste rivelazioni non hanno ancora trovato conferme ufficiali. Secondo Imperiale, l'omicidio potrebbe essere legato a individui vicini a organizzazioni criminali coinvolte nel traffico di droga nel porto di Acciaroli. Il sindaco sarebbe stato eliminato perché rappresentava un ostacolo per questi traffici e le persone che ne traevano profitto.


La Fondazione Vassallo in difesa della memoria del sindaco pescatore

Angelo Vassallo, noto anche come il “sindaco pescatore” per le sue umili origini e il profondo amore per il mare, ha sempre mantenuto un forte legame con le tradizioni della sua terra. La sua memoria è ancora viva, non solo a Pollica ma anche nel resto d’Italia. Tuttavia, di recente, la “Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore”, presieduta dal fratello Dario Vassallo, ha avviato una polemica contro l'attuale amministrazione comunale di Pollica, guidata dal sindaco Stefano Pisani. La Fondazione ha accusato il Comune di aver progressivamente cancellato la memoria di Angelo Vassallo. Tra le critiche principali - ha reso noto “Il Fatto Quotidiano” - vi è la rimozione di un'opera simbolica chiamata “La Grande Onda”, composta da bottiglie di plastica e dedicata al sindaco Vassallo, noto per il suo impegno ambientalista. La Fondazione ha inoltre denunciato la distruzione di spazi simbolici, come l'area del Giglio Marino, e il deterioramento di un carrubo piantato in memoria del sindaco, interpretando questi atti come un tradimento degli ideali del sindaco pescatore. Il sindaco Pisani ha respinto le accuse della Fondazione. In merito alla rimozione della Grande Onda, Pisani ha spiegato che si trattava di un intervento necessario per migliorare il porto, e ha replicato: “Il fantomatico presidente della sua personale Fondazione Angelo Vassallo, anziché chiedersi perché le sue teorie sull’assassinio di Angelo non abbiano trovato fondamento giudiziario, continua a usare l’attenzione dei media per offendere gli amici di Angelo e la sua comunità”. Ha poi aggiunto: “Il Comune di Pollica aveva comunicato alla Fondazione la necessità di rimuovere la Grande Onda nell’ambito dei lavori di miglioramento del porto di Acciaroli. Il presidente si era persino dichiarato d’accordo, chiedendo all’Ente di occuparsi della rimozione”. Infine, riguardo al carrubo, Pisani ha precisato: “L’albero è tornato in piena salute dopo aver subito gli effetti del vento marino, ma sembra che il presidente non visiti da tanto questi luoghi al punto da non comprendere più le dinamiche meteorologiche”.


La denuncia di Avviso Pubblico

A distanza di 14 anni sono ancora sconosciuti i mandanti dell’omicidio di Angelo Vassallo e la famiglia, insieme alla comunità, attende ancora verità e giustizia. “Il sindaco pescatore - ha ribadito ‘Avviso Pubblico’ - è stato ucciso per il suo impegno contro gli interessi mafiosi nel traffico di droga e per la difesa dell’ambiente nel territorio. Si è trattato di un episodio non solo efferato, ma anche emblematico di un clima ostile a chi prova a fare il proprio lavoro nel rispetto delle regole. Spesso in un contesto di quasi totale isolamento, che rende i rappresentanti delle istituzioni locali più vulnerabili nei confronti di mafiosi e malintenzionati”.  Dal 1974, in Italia, sono stati assassinati 132 amministratori locali, e nel 2023 ci sono stati 315 atti intimidatori contro figure pubbliche. Nei primi sei mesi del 2024, Avviso Pubblico ha registrato 193 episodi di minacce e violenze.

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