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I dati (in fase di consolidamento) elaborati in questi ultimi giorni dalla DCSA (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga) sull’attività di contrasto al narcotraffico svolta dalle forze di polizia e dalle dogane nei primi sei mesi del 2024, ci consentono di fare qualche considerazione sulla rilevanza del fenomeno.

Sul totale di 21.811kg di stupefacenti sequestrati, 4.373 kg sono stati di cocaina (i restanti di hashish e marijuana e 213kg di eroina), con 94.339 compresse di droghe sintetiche e 46.634 piante di cannabis rinvenute in 56 province, con i maggiori quantitativi a Cagliari (10.863) e a Oristano (8.033) e la denuncia all’autorità giudiziaria per traffico/spaccio di 14.027 persone di cui 5.538 stranieri.

Il quantitativo più consistente di cocaina ancora una volta nel porto di Gioia Tauro (2.387kg) sito, come noto, privilegiato da decenni, dalla ‘ndrangheta. Roma in cima alla graduatoria in tema di sequestri di hashish (2.412kg) mentre a Caltanisetta va il primato per la marijuana con 2.349kg.

La situazione della repressione del narcotraffico nel 2023 nel nostro paese ma anche in altri interessati dal fenomeno sarà più chiara quando verrà pubblicata la relazione annuale della DCSA  che quest’anno, inspiegabilmente, tarda ad essere elaborata.

Ci si deve accontentare, per ora, della Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze presentata a giugno scorso dal Dipartimento per le Politiche Antidroga in cui si fa cenno alle circa 89 tonnellate dei sequestri di stupefacenti nel 2023 (un incremento del 17% rispetto all’anno prima), di cui il 22,3% di cocaina.

Per quest’ultima droga, poi, continua ad esserci una fortissima domanda non solo in Italia (ad agosto 200kg di cocaina bloccati nel porto di Livorno in un container proveniente dal sud America ed altri 150kg nel porto di Livorno ancora in un container proveniente dall’Ecuador), ma anche in altri paesi (in Paraguay oltre 4 tonnellate destinate alla città belga di Anversa e in Messico, a bordo di alcune imbarcazioni, sequestrate oltre 7 tonnellate).

Anche il porto di Oslo in Norvegia sta diventando un punto di smercio della cocaina in Europa con oltre 2 tonnellate sequestrate nel 2023. Non mancano, naturalmente, importanti sequestri di altre droghe come quello di mezza tonnellata di eroina a Burgas (Bulgaria) occultata a bordo di un rimorchio cargo e delle 4 milioni di pillole di fentanyl blu (un oppioide sintetico) bloccate nel porto di Lukevlle, che collega l’Arizona a Sonora, in Messico.

Il fentanyl sta causando la morte di migliaia di persone negli USA (oltre 100mila nel 2023 e più di 60mila nei primi sei mesi del 2024). Sull’eroina, messa al bando, almeno ufficialmente, la coltivazione del papavero da oppio in Afghanistan le cui coltivazioni si sarebbero ridotte dai circa 23mila ettari del 2022 ai poco più di 10mila del 2023, il Myanmar – secondo le stime dell’Unodc (l’agenzia antidroga dell’ONU) è diventato il primo produttore mondiale con una stima di oltre 1.000 tonnellate di oppio grazie anche ad una migliore irrigazione e all’uso di fertilizzanti che hanno fatto aumentare i raccolti.

Il narcotraffico è, dunque, sempre in forte espansione in molti paesi per cercare di soddisfare mercati sempre più esigenti.

Tratto da: liberainformazione.org

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