Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

È profonda e intima la riflessione di Mari Albanese sull'importanza della memoria, in particolare riguardo la strage di via d'Amelio del 19 luglio 1992.
Le pagine del suo ultimo libro 'Cinque Vite. Racconti inediti dei familiari della scorta di Paolo Borsellino' (Navarra Editore) riescono a condurre il lettore in un percorso che non si limita al tragico evento in sé, già conosciuto e raccontato, ma si addentra nelle vite e nelle storie di coloro che furono coinvolti e che troppo spesso sono stati relegati a semplici "membri della scorta". Sono Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Il dolore di quelle parole fu intenso da raccogliere ma era necessario raccontare quelle vite, strapparle dal velo dell'oblio.
Interviste e testimonianza inedite dei loro familiari formano l'epicentro del dramma ma rappresentano anche un ulteriore sforzo per restituire umanità e voce a chi, nella memoria collettiva, è rimasto troppe volte nell'ombra.
Oltre la divisa si può percepire il profondo valore umano fatto di quotidiana normalità, curiose rivelazioni, brevi emozioni e tante speranze.
Fra le pagine si potranno vedere anche fotografie e cartoline inedite, tra cui la testimonianza della storia d'amore tra Vincenzo Li Muli e Victoria De Lisi:
“La sera prima del matrimonio – racconta De Lisi -  ci eravamo salutati dandoci appuntamento per le 11,00 doveva venirmi a prendere per andare assieme in chiesa. Stranamente arrivò con un’ora di anticipo, meravigliandomi gli dissi: ‘Come mai sei arrivato prima? Mi dispiace farti aspettare, non sono ancora pronta...’".
‘Non vedevo l’ora di vederti, sono arrivato prima così ho più tempo per stare con te’, mi rispose”. Lo stesso amore lo si ritrova in forme diverse ma ugualmente intenso come quello tra Emanuela Loi e la sorella Claudia: “Non sono solo i ricordi a legarmi a lei, noi ci appartenevamo. Eravamo due persone diverse, ma in simbiosi. Tra noi due c’era un legame fortissimo, come se fossimo un’unica cosa”. Oppure l’amore per Eddie Walter Max Cosina, come racconta Silvia Stener Cosina, per “la musica, faceva il dj, non lo speaker: quello vero, quello coi dischi.


borsellino agenti scorta

Insomma, allora ci voleva del talento, e lui, mi dicono, ne aveva molto. Si ispiravano a Radio 105 di Milano e quindi avevano anche iniziato a fare delle rubriche all’interno con tanto di classifiche musicali, interviste a personaggi e politici di allora, di Muggia naturalmente”.  Ognuno, mette in evidenza l'autrice, aveva i propri piani, speranze, attimi di serenità. E poi, il boato e quel maledetto 19 luglio che cambiò tutto. Un contrasto netto tra la vita quotidiana e l'orrore della morte imminente.
La figura della madre di Paolo Borsellino, Maria Pia Lepanto, emerge come simbolo di forza e dignità. Il suo primo pensiero, dopo aver intuito la morte del figlio, non è rivolto solo a lui, ma alle madri degli altri ragazzi della scorta. Questo gesto, simbolico e potente, diventa il mezzo attraverso cui l'autrice "chiude il cerchio" della narrazione.
Il messaggio centrale del testo è chiaro: le vite di queste persone meritano di essere raccontate, non come eroi, ma come esseri umani.
“Mio fratello Fabio ha vissuto solo ventidue anni, la sua esistenza è stata interrotta con violenza e in maniera improvvisa. Tanti erano i progetti che avrebbe voluto rea- lizzare, si stava aprendo alla vita” dice Tiziana Li Muli, una delle sorelle di Vincenzo assieme a Sabrina. 
Non basta ricordare la morte, bisogna ricordare la vita. Il 'compasso della memoria' rappresenta questo viaggio circolare: partire dalla tragedia per ritornare all'umanità delle vittime. Una umanità che si era appalesata in molti momenti delle loro vite. Tommaso Catalano, raccontando di suo fratello Agostino, ha messo in luce il suo “atteggiamento educativo” verso i giovani: “Cercava di recuperarli quei ragazzini, provava a farli riflettere prima di accompagnarli al carcere minorile del Malaspina di Palermo, dove avrebbero scontato la loro pena”.
E poi a chiudere la quinta vita il racconto di Luciano Traina quando, uscendo in barca per andare a pescare con il fratello Claudio, quest’ultimo gli dice che il pomeriggio del 19 luglio sarà di turno a fianco di Borsellino: “Conservo nitida l’immagine di noi due in silenzio con la canna da pesca tra le mani, non parlavamo mai di lavoro in quei momenti di libertà e di purezza che ci regalava il mare”. “Dopo un’ora però avvertii un suo cambiamento d’umore repentino e gli chiesi le ragioni del suo incupirsi”: ieri sera “mi hanno chiamato e mi hanno detto che purtroppo oggi pomeriggio sarò di scorta e quindi...”.
E quindi alla fine tutte le loro strade si sono unite in quel terribile 19 luglio che li terrà uniti “per sempre, stretti dentro a un contenitore chiamato Scorta" scrive l'autrice nelle pagine finali raccontando che "non è stato facile iniziare a scrivere di queste cinque vite, ho trascorso molte settimane immersa nella pazienza e nella bellezza dell’ascolto.
Ho raccolto testimonianze, racconti, lacrime, ma anche tanti silenzi che via via, si facevano parola".

ARTICOLI CORRELATI

Via d'Amelio: la nostra verità (Terza parte)

Via d'Amelio: la nostra verità (Prima parte)

Via d'Amelio: la nostra verità (Seconda parte)


La Trattativa Stato-Mafia e la morte di Paolo Borsellino

Agenda rossa: il nuovo e inquietante depistaggio nel depistaggio (Prima parte)

Agenda rossa: il nuovo e inquietante depistaggio nel depistaggio (Seconda parte)

L'Agenda Rossa di Paolo Borsellino da Babbo Natale!

Fu Arnaldo La Barbera il mandante di via D'Amelio?
Di Saverio Lodato

''Le donne delle stragi'', uno sguardo oltre Cosa nostra

Trattativa mafia-Stato: Arlacchi e De Gennaro dicano tutta la verità

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos