L’esperto di terrorismo internazionale: “In una guerra di ‘uno contro uno’ l’Iran polverizzerebbe Israele in pochi giorni”
“Netanyahu, da una parte, sta utilizzando la strategia della pulizia etnica anche come forma di punizione collettiva nei confronti dei palestinesi che hanno espresso consenso nei confronti di Hamas; dall’altra, sta utilizzando la ‘leadership decapitation’, cioè, con riferimento al Medio Oriente, sta facendo disastri un po' da tutte le parti”. Alessandro Orsini, professore di Sociologia del terrorismo, ha pronunciato queste parole pochi giorni fa, rispondendo alle domande di Peter Gomez, direttore del Fatto Quotidiano, sulla crescente tensione in Medio Oriente. Con l'uccisione di Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas, avvenuta a Teheran, le tensioni nella regione sono aumentate in modo significativo, complicando ulteriormente gli sforzi di pace e una potenziale escalation del conflitto in corso.
“Purtroppo la situazione si è complicata. I massacri andranno avanti - ha spiegato Orsini - da una parte e dall’altra”. E aggiunge: “L’Italia è coinvolta in questa crisi, perché, come sappiamo, noi abbiamo un contingente molto importante in Libano. Infatti, credo che sia giunto il momento di portare a casa i nostri soldati. Questo non è più il Medio Oriente che si figurava quando l’Italia ha accettato questo tipo di missione. Per questo motivo, Crosetto dovrebbe riportare in Italia tutti i nostri soldati, uno per uno. Non è possibile che l’Italia esponga al pericolo di morte i propri soldati a causa delle politiche sbagliate della Casa Bianca e dell’Unione Europea”.
Dopo l'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, l’Iran ha annunciato attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanani, che sarà intrapresa un’azione per “punire” Israele, anche se - come ha precisato lo stesso funzionario iraniano - “l’Iran non cerca di aumentare le tensioni nella regione”. “L’Iran non ha nessuna possibilità di vincere contro Israele e gli Stati Uniti. Per l’Iran - ha spiegato Orsini - non ha senso portare avanti una guerra generalizzata con Israele, questo perché una guerra deve sempre portarti da qualche parte. Avrebbe, invece, senso se una guerra con Israele ponesse l’Iran nella condizione di rovesciare il governo di Netanyahu, ma questo è impossibile. Avrebbe senso se la guerra con Israele ponesse la condizione di liberare i territori palestinesi, ma anche questo è impossibile, come è impossibile che l’Iran riesca ad invadere i territori di Israele. Non esiste nulla che l’Iran possa ottenere come obiettivo in una guerra con Israele”.
Per quanto riguarda le sue capacità offensive, “sicuramente l’Iran ha sviluppato un arsenale missilistico impressionante. Tanto è vero che abbiamo scoperto che l’Iran è in grado di colpire i paesi dell’Unione Europea senza che questi si possano difendere.” - prosegue - “Quando noi sentiamo dire: ‘potrebbe esserci una grande guerra con l’Iran da una parte e Israele e Stati Uniti dall’altra’; se la guerra si configura in questi termini - ha sottolineato Orsini - penso che l’Iran non possa andare molto lontano. Poi è chiaro che in una guerra di ‘uno contro uno’ l’Iran polverizzerebbe Israele nel volgere di pochi giorni. Questo perché Israele è uno Stato insignificante, piccolissimo, debolissimo e con pochissime risorse, mentre l’Iran è un paese smisurato con quasi 90 milioni di abitanti”.
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