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Il comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria: “Cosa Nostra ha cambiato pelle, ma resta sempre pericolosa”

La criminalità organizzata approfitta della corruzione dilagante a più livelli e si insinua, alla ricerca di nuove occasioni per costruire relazioni e affari. In questo senso riscontriamo un rinnovato protagonismo di quella borghesia criminale che si presta a fornire consulenze all’organizzazione mafiosa. E in più di un’occasione, come ha ricordato il procuratore Maurizio de Lucia, sono spesso gli imprenditori a cercare i mafiosi”. A dirlo davanti ai microfoni di Repubblica è il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria a Palermo, che a breve lascerà l’incarico nel capoluogo siciliano per diventare comandante provinciale a Parma. Una lunga intervista in cui Angelini riflette sia sulla sua esperienza a Palermo, sia sulle dinamiche che hanno trasformato la corruzione e il ruolo della mafia nel contesto economico-sociale siciliano. Questi cambiamenti sono emersi durante numerose indagini che hanno rivelato non solo i sistemi di corruzione basati sulle tradizionali tangenti, ma anche l'uso di incarichi, consulenze e infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici.


Non solo tangenti

“Le indagini che il nucleo ha condotto sotto l’attento e costante coordinamento della procura della repubblica dicono che purtroppo il fenomeno è parecchio diffuso. A tutti i livelli. Con forme sempre nuove: non più solo la mazzetta - ha sottolineato il colonnello Angelini - ma anche l’affidamento di incarichi e consulenze. Cosicché l’imprenditore potrà anche fatturare la tangente. Questo abbiamo riscontrato nell’indagine ‘Sorella sanità’, che ha svelato infiltrazioni in appalti che valevano un miliardo di euro”. Altre indagini, invece, hanno evidenziato gravi inefficienze e illegalità nella pubblica amministrazione, come quella sui falsi invalidi, che “ha smascherato chi aveva creato un vero e proprio sistema per favorire chi non aveva diritto al sussidio”. Oppure, le indagini sui fondi pubblici dedicati all’agricoltura e all’industria, che hanno bloccato indebite percezioni di fondi pubblici “che avrebbero dovuto creare sviluppo e invece sono finiti nelle mani sbagliate”. Senza dimenticare “i sussidi del reddito di cittadinanza, assegnati a chi non aveva diritto, anch'essi bloccati grazie a indagini approfondite”.


La mafia oggi

Oggi, la criminalità organizzata non è meno pericolosa di ieri - ha spiegato Angelini -, ha solo cambiato pelle. Ha utilizzato la tecnica dell’inabissamento per infiltrarsi sempre di più nella società, nell’economia legale”. In questo senso, l’ultima indagine su Sciacca “ha evidenziato un pesante condizionamento nel sistema degli appalti: una forma di controllo economico mafioso del territorio”. Tuttavia, il traffico di droga rimane la principale fonte di entrate economiche per la mafia, la quale dispone di una grande quantità di denaro che le consente di investire con grande disinvoltura. “A tal proposito, con l’indagine ‘All in’ - ha ricordato Angelini - abbiamo scoperto che diverse famiglie si erano aggiudicate delle concessioni per il gioco online, attraverso insospettabili prestanome”.

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