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"Il trentaduesimo anniversario della strage di via d’Amelio si celebra in un contesto oscuro in cui tanti fanno memoria formale ma tradiscono l'insegnamento di Paolo Borsellino. Si pensi al metodo adottato da Falcone e Borsellino, quello secondo cui i fatti criminali vanno visti nel loro intreccio complessivo: la commissione Antimafia sta facendo l'opposto. La presidente e la maggioranza hanno deciso di circoscrivere i lavori sul biennio 1992-93 solo a una ricostruzione della strage di via d’Amelio, escludendo approfondimenti su quella di Capaci, sulle esplosioni di via dei Georgofili, via Palestro, San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro, sull'autobomba in via Sabini a Roma, sul fallito attentato allo Stadio Olimpico". Lo affermano i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia e nella commissione Antimafia Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero de Raho, Francesco Castiello, Valentina D'Orso, Carla Giuliano, Michele Gubitosa, Ada Lopreiato, Luigi Nave e l’ex procuratore generale di Palermo e oggi senatore Roberto Scarpinato. "E' una scelta ingiustificata, non si vogliono portare a galla i collegamenti tra questi eventi e il ruolo di primo piano ricoperto da esponenti delle istituzioni e dell'estremismo nero nella realizzazione di quei fatti criminosi e nei successivi depistaggi - continuano - Il centrodestra sbatte la porta in faccia ai parenti delle vittime di quelle stragi. Sono tanti gli interrogativi a cui la commissione dovrebbe rispondere. Tra gli altri: chi erano i soggetti esterni di sesso femminile che parteciparono alle stragi di Firenze e Milano? Chi aggiunse una dose supplementare di esplosivo nel furgone in via Georgofili dopo che i mafiosi avevano ultimato il loro compito? Chi indusse Riina a non uccidere Falcone a Roma con modalità tradizionali ma con un attentato dalle modalità eclatanti che richiedevano un livello elevatissimo di competenze tecniche?".
"Chi dopo la strage di Capaci cancellò alcuni file dalle agende elettroniche di Falcone? - proseguono - Quale fu nelle stragi il ruolo di Paolo Bellini, esponente della destra eversiva e uomo collegato ai servizi, condannato per la strage compiuta a Bologna su mandato di Gelli e di Umberto Federico D Amato, vertice dei servizi? Gli interrogativi sono tanti, tutti corroborati da riscontri investigativi che il M5S ha riunito in una memoria inviata alla presidente Colosimo nel 2023 e che imporrebbero alla Commissione di indagare a tutto campo, per giungere a ricostruzioni di ampio respiro". "La stessa scelta selettiva è stata fatta dalla maggioranza su via d’Amelio: il centrodestra ha già una verità preconfezionata in tasca. Si indaghi pure sulla pista 'mafia-appalti', ma a che titolo si chiudono gli occhi sulle risultanze processuali che attestano che i soggetti coinvolti nella strage appartengono agli stessi ambienti criminali operativi nella strage di Capaci e in quelle del 1993? Perché ostinatamente si nega l'audizione di Pino Arlacchi sulle confidenze da lui ricevute da Falcone poco prima del 23 maggio '92 sulle deviazioni che aveva accertato negli ambienti istituzionali e invece si ascoltano teste sconosciuti ai più? Evidentemente ci sono verità ancora nascoste che il centrodestra non è interessato a far emergere", concludono.

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