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L'ex sindaco di Messina Renato Accorinti: "Questo è fascismo: con queste modalità vogliono reprimere il pensiero"

Le commissioni riunite Giustizia e Affari costituzionali della Camera hanno dato il via libera al cosiddetto “emendamento anti No Ponte”, voluto dal leghista Igor Iezzi.
Il nuovo reato denominato nel testo “terrorismo della parola” prevede un inasprimento delle pene "se la violenza o minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura strategica".
Nella versione iniziale, il deputato leghista chiedeva fosse aumentata fino a due terzi e ora invece, nella versione riformulata, prevede un aumento fino a un terzo che può essere bilanciato da circostanze attenuanti.
A commento della vicenda abbiamo intervistato Renato Accorinti, ex sindaco di Messina nonché co-fondatore del movimento "No Ponte" che si oppone alla costruzione del Ponte sullo Stretto.

Come vedi l'approvazione di questo emendamento?
Questa è la destra. Quando parliamo di fascismo e di antifascismo, che può essere frainteso, non è il fascismo del ventennio. Con questa modalità e questa mentalità vogliono reprimere il pensiero. Come vorrebbero fermare il vento con le mani, con i migranti e con tante altre cose. La destra è cieca, è miope, perché ha il cuore e l’anima chiusi. Pensa che con la forza e con la repressione si ottiene tutto. Ma non lo otterranno mai.
Io sono stato processato per essermi opposto all’installazione dei missili a Comiso e poi alla guerra nel ’91 in Iraq affermando, in un volantino, che avrei bruciato la cartolina per partire in guerra e invitando tutti i giovani a farlo.
L’esito del processo fu un’assoluzione con la formula “il fatto sussiste ma non costituisce reato”.
Figurati se io, assieme a tanti altri, non ci opponiamo per proteggere un luogo straordinario di bellezza e unicità e contro lo sperpero gigantesco di denaro pubblico. Difenderei allo stesso modo altri luoghi simili e per lo stesso principio, come nel ’79 mi opposi al Muro di Berlino.
La destra vuole togliere il diritto alla protesta, che nella democrazia è il sale. Noi portiamo avanti delle proposte, non con le molotov, ma con le idee.
Siamo nonviolenti, pacifisti, propositivi perché la forza della protesta è nella proposta e il nostro slogan è ‘un solo no e mille sì’.
Altro che quelli del no. Noi siamo quelli del sì.
Il no è contro questa follia del Ponte: follia economica, ambientale, oltre che inutile dal punto di vista trasportistico.
I ‘si’ sono per una rete ferroviaria degna ed efficiente dei tempi nostri. Ricordo che la rete ferroviaria del sud è ancora quasi interamente a binario unico e una  buona parte dei treni vanno a gasolio e per viaggiare da una parte all’altra della Sicilia ci vogliono anche tredici ore. Più che per andare a New York e tornare, o in India.


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Oltre alle ferrovie quali altre priorità ci sono?
Per lo sviluppo del Sud ci manca addirittura l’acqua, la messa in sicurezza del territorio, le strade, ferrovie, autostrade, porti, porti commerciali, collegamenti con gli aeroporti. E non l’opera faraonica da tre chilometri e 300 metri che dovrebbe risolvere, secondo alcuni, miracolosamente tutti i problemi del Sud.
Pensano che la Sicilia non si sviluppi perché è un’isola e non è collegata in modo stabile al resto dell’Europa. Due esempi chiari per smontare questa tesi: il primo è che la Calabria è collegata con l’Italia e l’Europa ed è più depressa economicamente della Sicilia; e il Giappone che sono isole che non sono collegate con il resto del mondo ha il terzo Pil del pianeta dopo Stati Uniti e Cina. Noi abbiamo delle priorità assolute e poi la nostra potenzialità del Sud, che è il turismo, si realizza con i trasporti per portare tutti nei vari luoghi straordinari che abbiamo. Ci sono più siti UNESCO che in qualunque altra parte d'Italia.

Quali sono le principali criticità ambientali e legali del progetto del ponte, e perché viene considerato un affare colossale e propagandistico?
Ci sono due ZPS (zone a protezione speciale) e molti SIC (siti di interesse comunitario). Dopo 40 giorni da sindaco ho fatto una commissione straordinaria per chiedere la dichiarazione di patrimonio dell'umanità dello Stretto di Messina e questa commissione scientifica ha prodotto un dossier interessantissimo. Tuttavia è molto complicato ottenere la dichiarazione di patrimonio dell'umanità, ci vuole sempre molto tempo per seguire una cosa fino in fondo.
Ma va conclusa. Lo Stretto di Messina è pieno di bellezze naturali, di indipendenza, di unicità, di pesci abissali, ci sono uccelli migratori che passano da questo luogo straordinario.
E poi ci sono tantissime altre unicità che sarebbe impossibile elencare.
Il ponte solo un progetto propagandistico di Salvini (che tra l’altro, qualche hanno fa era contro il ponte sostenendo le nostre stesse tesi come aveva detto in un’intervista a La7).
La frase che con “il ponte non si uniscono due coste, ma due cosche" l'aveva detta Nichi Vendola (vice presidente della comm. antimafia), riportato da don Luigi Ciotti e anche i rapporti dell'Antimafia.

Quali sono le principali problematiche di mobilità legate all'aeroporto di Catania che influenzano anche i cittadini di Messina e di altre città della Sicilia?
L’aeroporto di Catania, come altri importanti aeroporti d’Italia, deve essere raggiungibile anche da altre provincie siciliane in treno.
Come già succede per altri aeroporti nel mondo. I cittadini devono essere messi nella condizione di poter arrivare in treno fin dentro l’aeroporto, non inquinando e con tempi certi.
Per concludere ti posso dire che il ponte è un’opera inutile, devastante e costosissima; è una cattedrale nel deserto e rappresenta un'offesa per tutto il Sud e per tutti i diritti che ci sono sempre stati negati, così come tutte le infrastrutture che ho menzionato in precedenza, necessarie per un vero sviluppo del Meridione.

Foto © Imagoeconomica

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