“Parliamo di mafie da 170 anni, nonostante l'impegno e i passi positivi e di grande valore che sono stati compiuti. Penso anche al sacrificio di molti. Ciò significa che qualcosa non funziona”. Non usa giri di parole Don Luigi Ciotti intervistato a Pesaro da TgR Marche a margine della giornata conclusiva di CaterRaduno, l'appuntamento annuale della trasmissione di Rai Radio2 di Caterpillar. Una quattro giorni con numerosi eventi gratuiti, tra grande musica, spettacoli e attualità in cui il presidente di Libera ha parlato di cultura della legalità. “Non c'è regione d'Italia che si può considerare salva da infiltrazione mafiosa”, ha aggiunto Don Ciotti. Nessuna “isola felice”, dunque. Al contrario, “la 'Ndrangheta è presente in 5 continenti, in 42 nazioni del mondo ed è anche molto presente al nord d'Italia e qui (nelle Marche, ndr) ha fatto affari”.
“Nel momento in cui in Italia si sta passando dalla percezione del crimine organizzato mafioso a quella del crimine normalizzato, non dobbiamo mai dimenticarci che non è sufficiente tagliare la malerba in superficie. Il male va estirpato alla radice. E per farlo serve un grande impegno culturale, produttivo e di politiche sociali”, ha concluso.
Foto © Imagoeconomica

Don Luigi Ciotti: anche nelle Marche investimenti mafiosi, serve maggior impegno
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