Qualche giorno fa i giudici olandesi hanno condannato i tre uomini accusati dell'omicidio del giornalista investigativo Peter R. de Vries, ucciso nel 2021 a colpi d'arma da fuoco nel centro di Amsterdam.
Delano G. e Kamil E, assassino e autista, sono stati condannati a 28 anni mentre l'uomo che ha pianificato l'agguato, Krystian M., è stato condannato a 26 anni e un mese.
Il Pubblico Ministero, tuttavia, ha annunciato che farà Appello contro le sentenze dal momento che la pubblica accusa non è d'accordo con la decisione del tribunale di non infliggere la pena dell'ergastolo.
Inoltre, il pm ha dichiarato di non essere d'accordo con l'impostazione del tribunale in merito alle assoluzioni per quanto riguarda i reati di partecipazione ad un'organizzazione criminale e il movente terroristico.
I familiari della vittima sono stati informati della decisione dal Pubblico Ministero. Royce de Vries ha dichiarato a RTL Boulevard che non sono sorpresi dalla decisione. "Ce lo aspettavamo, visto le pene inflitte dal tribunale. Abbiamo capito fin dall'inizio che sarebbe stato un processo di lunga durata. Dopo la sentenza abbiamo mantenuto questa sensazione. Non ci sorprende e aspettiamo l'appello".
Gli avvocati di Konrad W. e Gerower M. hanno comunicato a 'RTL Boulevard' di non essere d'accordo con la sentenza. Ruud van Boom, difensore di Gerower M., ha dichiarato: "Secondo il tribunale è provato che il mio cliente faceva da palo. Ma non c'è alcuna prova che lo stesse facendo per questo gruppo. Mi sembra che questa accusa non reggerà." M. è stato condannato a 10 anni di carcere con riduzione per il periodo di custodia preventiva.
Konrad W. è stato condannato a 14 anni con riduzione per il periodo di custodia preventiva. Il Pm lo sospetta di aver fornito armi, un'auto per la fuga e un telefono per gli esecutori dell'omicidio. Il suo avvocato, Gerald Roethof, sostiene che il punto critico sia nella condanna per complicità. "La sentenza non è corretta in questo punto. Il tribunale afferma: 'Il ritiro volontario non è più possibile perché il delitto era già stato commesso', ma la questione è che il delitto principale non è stato commesso dal mio cliente. È stato commesso - se è vero, eh - dopo che avrebbe detto 'io non partecipo'. Se è vero che ha digitato quelle parole. Allora la legge rende possibile il ritiro volontario. Su questo punto, secondo noi, il tribunale ha preso una decisione sbagliata".
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- Luca Grossi