Ieri c'è stato il primo via libera al Senato alla riforma costituzionale del premierato con 109 voti a favore, 77 contrari e un astenuto.
Ora il testo, secondo l'articolo 138 della Carta dovrà passare alla Camera dopo una pausa di tre mesi.
Tuttavia potrà subire dei cambiamenti e in tal caso sarà necessario rimandarlo al Senato.
Se passerà con almeno i voti dei due terzi delle Camere nascerà il premierato all’italiana con la modifica dell’articolo 92 della Costituzione stabilendo “l’elezione a suffragio universale e diretta del presidente del Consiglio”, quindi non più nominato dal presidente della Repubblica.
Resta intatta l’ipotesi di un referendum: come previsto dalla Carta se le Camere dovessero approvare il disegno di legge con la sola maggioranza assoluta si potrà procedere alla consultazione popolare.
Inoltre dopo un lungo percorso alla Camera è stato approvato definitivamente il disegno di legge sull'Autonomia.
L'Aula di Montecitorio ha infatti licenziato il provvedimento con 172 sì 99 voti contrari e 1 astenuto.
Il gruppo del M5s in Aula dopo l'approvazione dell'autonomia differenziata ha intonato l'inno di Mameli sventolando i tricolori che molti parlamentari pentastellati avevano al collo. "Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l'istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze" ha scritto su Facebook il leader dei 5 stelle Giuseppe Conte.
Le Regioni potranno chiedere di decidere in assoluta libertà su una o tutte le 23 materie previste come stabilito dal secondo comma dell’articolo 116 del Titolo V della Costituzione. Non è quindi una riforma costituzionale, ma una legge ordinaria quella che è passata in via definitiva e che attua il ‘federalismo à la carte’ su cui la Lega si gioca il tutto per tutto: tra le quali ci sono la tutela della salute, l’istruzione, l’ambiente, lo sport, l’energia, i trasporti, la cultura, il commercio estero. Quattordici di queste materie devono rispondere ai cosiddetti Lep, cioè i Livelli essenziali di prestazione.
Il governo manterrà comunque la sua prerogativa 'sostitutiva': cioè potrà sostituirsi alle Regioni quando gli enti interessati si rivelino inadempienti rispetto a trattati internazionali o normative comunitarie o vie è pericolo per sicurezza pubblica o per tutelare unità giuridica e economica.
Foto © Imagoeconomica
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