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"Con il liberarsi dal modello di una mafia di vecchia generazione, aderendo piuttosto alla nuova e accattivante immagine imprenditoriale, l'uso della tecnologia assume un ruolo determinante per l'attività illecita delle organizzazioni criminali che, con sempre maggiore frequenza, utilizzano i sistemi di comunicazione crittografata, le molteplici applicazioni di messaggistica istantanea e i social". Lo si legge nella Relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia presentata oggi a Roma e firmata dal Generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza Michele Carbone.
"Dagli esiti delle indagini concluse nel semestre, emerge come la principale fonte di redditività dei cartelli criminali, a livello transnazionale, continui ad essere il traffico di sostanze stupefacenti a volte gestito - viene sottolineato - mediante nuovi modelli organizzativi capaci di sfruttare il web, soprattutto nella fase dello smercio".
Le mafie straniere, inoltre, hanno sviluppato un "forte interesse per le frodi informatiche dimostrando spiccate capacità e competenze nel settore delle nuove tecnologie. Le organizzazioni criminali straniere seguono e sfruttano costantemente l’evoluzione digitale, aggiornando il loro know-how, pur mantenendo un forte legame con la tradizione e i luoghi di origine (si pensi ai rituali di affiliazione dei “cult nigeriani” o alla criminalità di origine albanese e russa)".
In particolare la mafia nigeriana per spostare i capitali verso la madrepatria senza lasciare tracce sfrutta "un sistema finanziario basato essenzialmente su diverse modalità di compensazione fiduciaria degli importi, denominato 'hawala', che di fatto agevola anche altre tipologie di reati quali truffe informatiche, clonazioni di carte di credito e riciclaggio, non di rado realizzati in maniera ancora più sofisticata mediante il ricorso alle criptovalute".


Cresce l'uso dei criptofoni e delle chat criptate

La comunicazione è un elemento essenziale per le mafie, per questo è necessario usare codici o modi per non far scoprire il flusso di informazioni.
Uno di questi modi sono i criptofoni che si basano su tecnologie di crittografia per codificare i messaggi vocali in modo che possano essere decifrati solo dal destinatario previsto. In uno dei tanti esempi riportati all'interno della relazione si legge che in un'operazione antidroga a Milano, la “Barrios”, conclusa il 26 aprile 2023, gli inquirenti hanno scoperto una rete che, tramite la complicità di alcuni familiari dei detenuti, riusciva a introdurre criptofoni all'interno del carcere milanese di Opera.
I detenuti riuscivano così a comunicare con l'esterno con familiari e complici.


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© Imagoeconomica


Altro esempio viene riportato in merito alla vasta operazione denominata 'Eureka' coordinata dal procuratore aggiunto reggino Giuseppe Lombardo assieme al procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e dai pm Diego Capece Minutolo e Giovanni Calamita.
In particolare tramite l'operazione milanese “Money Delivery” (confluita in 'Eureka') eseguita dalla Guardia di Finanza di Milano, il 3 maggio 2023, ha preso le mosse "da un Ordine di Investigazione Europeo e dall’analisi della messaggistica di piattaforme di comunicazione criptata utilizzate su smartphone dedicati".
E poi ancora: la mafia albanese si sarebbe occupata, come scoperto dalla Guardia di Finanza di Policoro (MT) il 31 maggio 2023, di reimpiegare i "proventi illeciti del narcotraffico mediante broker inseriti in canali di riciclaggio internazionale che facevano ricorso all’utilizzo di criptofonini mediante la piattaforma Sky-Ecc".


Mafia - imprenditoria e Pnrr

"Le organizzazioni mafiose, da tempo avviate ad un processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti socio-economici e alla vantaggiosa penetrazione dei settori imprenditoriali, hanno implementato le capacità relazionali sostituendo l'uso della violenza, sempre più residuale ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive" - si legge nel report - le numerose indagini di contrasto condotte nell'ambito dell'accaparramento da parte dei sodalizi mafiosi di appalti e servizi pubblici e, dall'altro, gli omicidi commessi in contesti di mafia, soprattutto nel territorio campano e pugliese, e i sequestri di armi. Oggi, le mafie preferiscono rivolgere le proprie attenzioni ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite. I gruppi criminali, inoltre, dimostrano una spiccata sensibilità nel cogliere talune indicazioni provenienti dal territorio, segnali che essi riscontrano e soddisfano dimostrando, sebbene in modo distorto e funzionale solo ai propri interessi, empatia e prossimità verso la comunità di cui fanno parte". A fare gola, si legge nella relazione, sono le risorse collegate al Pnrr: "a causa dell'alto valore complessivo dei finanziamenti coinvolti, sussiste il rischio che le organizzazioni mafiose possano manifestare interesse per tali fondi". L’uso della tecnologia assume un ruolo determinante per l’attività illecita delle organizzazioni criminali.
La Dia quindi ha sottolineato che questo problema non ha più “carattere locale” ma è una “criticità rivolta anche al Nord Italia, come testimoniato negli ultimi anni dallo scioglimento di diversi consigli comunali". La Relazione evidenzia come “la ‘Ndrangheta ha dimostrato di saper intercettare opportunità e di approfittare delle criticità ambientali per trarne vantaggio, perseguendo una logica di massimizzazione dei profitti e orientando gli investimenti verso ambiti economici in forte sofferenza finanziaria".

Realizzazione grafica by Paolo Bassani

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