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Il consigliere regionale Giuseppe Neri, indagato per scambio elettorale politico-mafioso, intercettato quattro anni fa, inveiva contro la giornalista e le sue inchieste

Alessia Candito? Se la incontro, le sputo”. Sono queste le gravissime parole pronunciate dal consigliere di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri. Il presidente del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in Calabria affermava di voler sputare in faccia alla cronista di Repubblica che aveva scritto articoli non graditi sulle sue frequentazioni equivoche.
Dalle intercettazioni dell'inchiesta "Ducale, condotta dalla Dda di Reggio Calabria, emerge come il consigliere regionale di FdI Giuseppe Neri, indagato per voto di scambio, fosse furibondo per gli articoli scritti su di lui quattro anni fa. La procura reggina avrebbe voluto arrestarlo ma il gip si è opposto ritenendo non sufficienti gli elementi a suo carico (ora i pm hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame).
Neri ce l'aveva soprattutto, ma non solo, con la giornalista di Repubblica, impegnata a raccontare le infiltrazioni della ‘Ndrangheta all'interno delle istituzioni calabresi. “Il problema è che la politica la fanno i giornalisti", si arrabbiava Neri, attualmente capogruppo di FdI alla Regione, parlando al telefono con Daniel Barillà, genero del boss Domenico Araniti, secondo quanto riportano Repubblica e il Fatto quotidiano. "Poi io scasso - diceva ancora - è capace pure che vedo per strada la Candito e le sputo in faccia, capito? Evitiamo pure". La rabbia era rivolta anche nei confronti di altri giornalisti che avevano scritto su di lui come Lucio Masolino de Il Fatto Quotidiano e un cronista di LaC news 24: “Mi tireranno sempre in ballo". Quegli articoli svelavano già le relazioni di Neri (oggi indagato per scambio elettorale politico-mafioso) con esponenti del clan Araniti. Le parole che pronunciava l’esponente di FdI, non sospettando di essere intercettato dai carabinieri, erano piene di insulti contro la cronista di Repubblica e i suoi colleghi giornalisti, sintomo, probabilmente, della paura per la possibile messa in discussione della sua ascesa politica.
Sulla vicenda si è subito espresso il Comitato di Redazione di Repubblica, oltre che diversi esponenti politici di opposizione. “Il Comitato di Redazione sapendo di interpretare il sentimento delle colleghe e i colleghi di Repubblica, è al fianco di Alessia Candito”, si legge sul sito di Repubblica. “I ‘giudizi’ e le minacce nemmeno tanto velate rivoltele nelle conversazioni intercettate tra il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Calabria e un uomo di raccordo tra politica e i clan della ‘ndrangheta si commentano da sole. Perché questo è il clima, questa è la grande zona grigia che i cronisti non possono che raccontare, perché questo è il nostro mestiere. Altri, invece, non solo non solidarizzano mai con chi informa l’opinione pubblica (fondamentale compito in una democrazia), ma si inventano leggi perché le zone d’ombra rimangano tali. E potendo anche più nere”.
Ad Alessia Candito e a tutti cronisti insultati e intimiditi va la piena solidarietà e vicinanza della redazione di ANTIMAFIADuemila. Il giornalismo d’inchiesta, vero scudo della democrazia, non può e non verrà mai scalfito dagli atteggiamenti riluttanti e violenti delle classi dirigenti, ostili alla trasparenza e ai principi di legalità.

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