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Gli interventi dei procuratori di Napoli, Reggio Calabria e Palermo al congresso sul narcotraffico

Oggi, per comprare la cocaina, non c'è bisogno di andare in Colombia. Ho visto, da quando sono Procuratore di Napoli, che la camorra, da un punto di vista informatico, è la mafia più evoluta che ci sia in Italia. Con il mio telefono cellulare posso comprare due chili di cocaina e qualcuno sta mettendo in discussione le intercettazioni e l'uso del Trojan". Lo ha detto il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri, intervenendo a Palermo al convegno ‘Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale’ organizzato dalla Scuola Superiore della Magistratura, dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, con il Programma Falcone Borsellino del Ministero degli Affari Esteri. "L'Ecuador in questo momento è il punto più pericoloso ed effervescente. Non è un paese produttore ma un paese che, per una condizione di scelta strategica da parte dei cartelli sudamericani, si trova ad essere epicentro del mondo del narcotraffico. Quindi, molta violenza e molta corruzione. La collega (Diana Salazar Méndez, Procuratore Generale dello Stato dell'Ecuador, ndr) ha dimostrato di essere una grande magistrata, ha tenuto la barra dritta, non si è piegata, non si è fatta intimidire. Dobbiamo, anche dal punto di vista mediatico, stare vicini e accendere un faro su questa donna per evitare che faccia la fine dei suoi colleghi ecuadoriani". "Oggi - ha detto - proporrò un'utopia. E cioè che se l'ONU fosse diversa da quella attuale, un organismo debole; se veramente avesse potere sovranazionale, bisognerebbe far scendere dal 30° piano di New York i caschi blu, andare nella foresta amazzonica e dire: siccome voi, Colombia, Bolivia e Perù, non siete stati in grado di risolvere il problema della cocaina, allora noi ONU siamo qui per imporre le colture di caffè anziché di coca. Ma trattando direttamente con i contadini". "Perché la conversione delle colture - ha spiegato - 20 anni fa è stata in parte attuata ma i soldi non sono mai arrivati ai contadini che sono tornati a piantare coca. Basterebbe lo 0,01% dei soldi che tutte le polizie e gli uffici giudiziari del mondo occidentale spendono ogni anno per contrastare il traffico di cocaina per risolvere il problema. È solo questione di forza. Purtroppo questa rimane un'utopia perché l'ONU è - ha concluso - un organismo debole".


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Giovanni Bombardieri © Imagoeconomica


Logge massoniche

"Tutti i supermercati dell'hinterland milanese sono in mano alla ‘Ndrangheta, idem i locali di divertimento dove vanno i VIP", ha detto Gratteri. "Il salto di qualità della 'Ndrangheta si ha nel '69 quando in un santuario di San Luca si decise la doppia affiliazione: stabilendo che un capo 'Ndrangheta poteva entrare nelle logge massoniche deviate. All'interno delle logge c'erano magistrati, esponenti delle forze dell'ordine, delle istituzioni e ciò ovviamente favorì certi rapporti e fece fare un passo avanti alle 'ndrine. Per anni abbiamo continuato a parlare di 'Ndrangheta stracciona, sottovalutando questo fatto. Coi soldi dei sequestri di persona poi la 'Ndrangheta ha deciso di investire nel narcotraffico. Negli anni '90 ci fu una forte richiesta di cocaina, allora la ‘Ndrangheta mandò in Colombia decine di broker a comprare la droga a prezzi più bassi", ha spiegato. "Perché la DEA è la polizia più forte del mondo? - ha spiegato - Perché spende, investe... E ottiene risultati. L'Italia, che da sempre è stata leader nel mondo di tecniche di indagine, ha perso il suo know-how e per recuperarlo deve investire".

Ostacoli e denigrazioni contro Falcone

"Basta leggere i giornali dell'epoca e vedrete quanti rospi hanno dovuto ingoiare i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il giudice Borsellino veniva chiamato normalmente 'fascista', poi, dopo morto, erano tutti amici di Borsellino" ha denunciato Gratteri durante la conferenza. "Si diceva che Falcone si era messo la bomba - dice ancora - e che si era inventato questo o quell'altro, poi dopo morto erano tutti amici di Falcone. Purtroppo i morti non possono parlare, ma se noi riteniamo di essere liberi e onesti dobbiamo parlare anche in difesa dei morti che non possono parlare" ha detto Gratteri. Durante l'evento si è parlato anche di narcotraffico e della sua espansione nel web: "La camorra dal punto di vista informatico è la mafia più evoluta. Durante un interrogatorio una persona mi ha dato una lezione di business spiegandomi che col cellulare si ordinano quintali di cocaina senza muovere un dito. E qualcuno mette in discussione le intercettazioni". "Dobbiamo avere le tecnologie per entrare nel dark web altrimenti arresteremo solo gli straccioni", ha detto.


Il ruolo della 'Ndrangheta nel narcotraffico internazionale

"La 'Ndrangheta è un player internazionale nel narcotraffico" ha detto il Procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri. "La 'Ndrangheta nelle indagini sul narcotraffico c'è sempre e da anni è partner affidabile dei cartelli del Sudamerica anche perché quando nella mafia comparivano i primi pentiti, la 'Ndrangheta appariva impermeabile a fenomeni simili. Le 'ndrine, insomma, sono ormai player internazionali, si sono conquistate la fiducia dei cartelli tanto da riuscire ad acquistare a credito e a fare da garante ad altre organizzazioni".


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Maurizio de Lucia © Paolo Bassani


"Alla 'Ndrangheta - ha detto - si riconosce una capacità di controllo del territorio che le ha dato prestigio. Poi molti broker del traffico di droga si sono trasferiti in Sudamerica - ha spiegato Bombardieri che ha segnalato la crescita di altre organizzazioni criminali come le mafie albanesi - Alcuni collaboratori dicono che la 'Ndrangheta a un certo punto si è posta come partner unico in Europa dei traffici di cocaina che veniva dal Sudamerica".


La mafia è un 'brand' che tira sui mercati

"Nella droga la mafia non è forte come la 'Ndrangheta, ma non c'è un campionato delle mafie, una che vince e una che perde. Quel che dobbiamo seguire è il mutamento nei rapporti tra domanda e offerta di stupefacenti. La mafia andava a elemosinare le partite di stupefacente dalla 'Ndrangheta, ora è cambiato perché da semplice cliente sta diventando socio di minoranza in alcuni affari". Lo ha detto il Procuratore di Palermo Maurizio de Lucia. "Non dimentichiamo che la mafia ha dalla sua intanto un brand che 'tira' sui mercati. E le due mafie che si presentano associate mentre fanno affari accrescono il loro potere", ha detto de Lucia. "In Sicilia c'era un mercato destrutturato che va riorganizzandosi e la mafia controlla le piazze di spaccio ed è tornata a diventare egemone nella distribuzione in Sicilia e nella capacità di raccordarsi con le grandi famiglie calabresi".

Foto di copertina © Imagoeconomica

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