“Noi sempre con la Costituzione, per questo difendiamo il procuratore Ardita”
“La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere ma a volte l’indipendenza e l’imparzialità del giudice possono essere minacciate sia dall’esterno che dall’interno del sistema giudiziario”.
Inizia così il comunicato stampa con cui la Fillea Cgil Sicilia ha espresso la sua solidarietà nei confronti del procuratore aggiunto a Catania Sebastiano Ardita, il quale ha fatto domanda per la nomina di Procuratore capo della provincia etnea. Negli ultimi giorni, però, è in corso un vero e proprio carteggio spinto dalle correnti e dalle cordate interne al Csm. “Qualcosa che non ha precedenti nella storia del nostro Paese - scrive la Fillea Cgil Sicilia -: una ingerenza così profonda e grave della politica nella magistratura che risponde a logiche di potere legate anche a specifiche aree geografiche”.
Questo gruppo sindacale “ad Ardita ha sempre riconosciuto la grande capacità di lettura delle trasformazioni del sistema criminale e delle sue connessioni col potere politico ed imprenditoriale, oltre che dei colletti bianchi - continua la nota -. Per questo motivo denuncia come gravissimo quel che sta accadendo e esprime la propria solidarietà al dott. Ardita, magistrato la cui storia professionale e di impegno civile parlano da sole”.
“I tentativi di interferenza di una certa politica nazionale che minano l’indipendenza della magistratura, sono tentativi che puntano chiaramente ad indebolirla nella sua azione oltre che a minarne l’efficacia nel contrasto ad alcuni reati specifici - dice Giovanni Pistorio, segretario generale Fillea Cgil Sicilia -: Depotenziare reati come l’abuso d’ufficio, indebolire le intercettazioni, contrastare l’obbligatorietà dell’azione penale sono tutte azioni che rispondono al preciso progetto di una certa politica di assoggettare la magistratura ai propri voleri e alla propria convenienza”.
Domani a Catania si terrà un sit-in in piazza Verga dalle 9 alle 12 allo slogan di “Fuori la politica dalla magistratura” con magliette e striscioni esposti davanti al tribunale di Catania. “Abbiamo deciso di opporci ancora una volta a questo sistema che vuole comandare anche dove non gliene spetta diritto e competenza perché siamo stanchi delle assoluzioni di soggetti compiacenti e asserviti al sistema”, si legge nel comunicato a firma congiunta Agende Rosse di Salvatore Borsellino e l’associazione Antimafia e Legalità.
Perché “la politica ancora una volta vuole manipolare la magistratura e con l'inerzia si rischia di rimanere succubi e in parte complici di queste inaccettabili modalità non consone e corrette che privano i cittadini dei diritti previsti dalla democrazia, della tutela e della libertà del sistema giudiziario che nulla dovrebbe avere a che fare con la politica e con la magistratura”, conclude la nota.
Foto © Imagoeconomica
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