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“Erano due piazze di spaccio peraltro molto vicine, una al numero 13 e l'altra al 12. Ma la prima era più fiorente in termini di denaro per l'organizzazione criminale che vi operava". Queste le parole del Questore di Catania, Giuseppe Bellassai in conferenza stampa per l'operazione Terzo Capitolo, il blitz della polizia di Stato che ha eseguito 31 misure cautelari disposte dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia etnea per il clan mafioso 'Arena'.
L'indagine, supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e da videoregistrazioni, secondo la Procura distrettuale di Catania, ha "consentito di acquisire significativi elementi a carico di un sodalizio criminale dedito al traffico e allo spaccio" di droga che "da anni gestirebbe una grossa piazza di spaccio nel quartiere popolare di Librino". Del sodalizio mafioso indagato, farebbero parte Massimiliano Arena, di 41 anni, Marco Turchetti, 30, Rosario Turchetti, di 57, Angelo Patanè, di 32, Carmelo Alessio Guerra, di 32. I responsabili della 'piazza di spaccio, secondo la tesi dell'accusa, sarebbero i due "Turchetti, che avrebbero agito come 'uomini di fiducia' dell'Arena, attualmente detenuto".
“In origine il gruppo Arena era un'articolazione del clan Nizza, a sua volta articolazione del clan Santapaola-Ercolano. Gli elementi di indagine raccolti oggi ci hanno portato ad accertare che opera in maniera autonoma" ha detto il capo della Squadra Mobile di Catania, Antonio Sfameni.
Nella loro zona, che attualmente è considerata "una delle principali enclave di spaccio" di Catania, venivano "smerciati giornalmente ingenti quantitativi di cocaina, crack, marijuana e skunk tramite un articolato sistema di pusher, vedette, custodi della sostanza stupefacente e responsabili della piazza". Dalle indagini della squadra mobile della Questura è emerso che la sostanza stupefacente "sarebbe stata confezionata all'interno dell'abitazione di Elisabetta Toscano, di 69 anni, per poi essere ceduta, per lo più, all'interno dell'androne di un palazzo ubicato nel rione Librino". La cassa dell'associazione, invece, contesta la Dda, "sarebbe stata tenuta da Liliana Carbonaro, di 55 anni madre di Marco Turchetti". Il principale canale di approvvigionamento di cocaina e marijuana del gruppo sarebbe stata una delle articolazioni del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, storicamente dedito alla gestione del traffico e spaccio di droghe, che sarebbe attualmente capeggiata da Domenico Querulo, di 44 anni. Durante le indagini dell'operazione 'Terzo capitolo', sono stati complessivamente sequestrati 470 grammi di cocaina, 130 grammi di crack e 3 chilogrammi di marijuana.

Foto © Imagoeconomica

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