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napolitano-giorgio-grandeD'Ambrosio scriveva al Capo dello Stato: “Io scudo per indicibili accordi”
di AMDuemila – 17 maggio 2013
Depositati questa mattina i 176 nomi di chi verrà chiamato a testimoniare al processo sulla trattativa Stato-mafia, che inizierà il 27 maggio. Tra questi, sarà sentito dai pm Nino Di Matteo, Vittorio Teresi, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Da poco riconfermato Presidente della Repubblica, Napolitano dovrà spiegare all'accusa di quanto egli sia a conoscenza sullo scambio epistolare avvenuto con l'ex consigliere giuridico Loris D'Ambrosio (deceduto lo scorso luglio). In particolare sul contenuto di una lettera, datata 18 giugno 2012, pubblicata su “La Giustizia.

Interventi del Capo dello Stato e Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. 2006 -2012”. A ridosso del caso sulle intercettazioni dell'ex ministro Mancino (imputato al processo per falsa testimonianza, ndr) che più volte si è rivolto all'ex consigliere e allo stesso Napolitano per ottenerne il sostegno, D'Ambrosio aveva deciso di scrivere al presidente per dichiarare la sua innocenza, spiegando di non aver mai voluto appoggiare Mancino e sostenendo che “come il procuratore di Palermo ha già dichiarato e come sanno anche tutte le autorità giudiziarie a qualsiasi titolo coinvolte nella gestione e nel coordinamento dei vari procedimenti sulle stragi di mafia del 1992 e 1993, non ho mai esercitato pressioni o ingerenze che, anche minimamente potessero tendere a favorire il senatore Mancino o qualsiasi altro rappresentante dello Stato comunque implicato nei processi di Palermo, Caltanissetta e Firenze”. Ma ciò su cui i magistrati vogliono vederci chiaro sono le preoccupazioni che Loris D'Ambrosio condivide con Napolitano per “essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi” proprio negli anni che vanno dall'89 al '93, nei quali Stato e mafia hanno suggellato un patto di cui ancora non conosciamo tutte le condizioni. A Napolitano verrà dunque domandato se in questo senso abbia mai ricevuto altri sfoghi dell'ex consigliere.
Tra i testimoni che dovranno contribuire a ricostruire le vicende che ruotano attorno alle intercettazioni tra Mancino e D'Ambrosio ci saranno anche il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani: “In ordine alle richieste provenienti dall'imputato Nicola Mancino aventi ad oggetto l’andamento delle indagini sulla cosiddetta trattativa, l’eventuale avocazione delle stesse e/o il coordinamento investigativo delle Procure interessate” e il Presidente del Senato Pietro Grasso: “Il dottor Grasso dovrà riferire in ordine alle richieste provenienti dall’odierno imputato Nicola Mancino aventi ad oggetto l’andamento delle indagini sulla trattativa, l’eventuale avocazione delle stesse e/o il coordinamento investigativo delle Procure interessate”.
Nel corso del processo, i pm si avvaleranno delle testimonianze di oltre 30 pentiti, mentre sul banco degli imputati ci saranno gli ex ufficiali del Ros, Antonio Subranni, Mario Mori e Giuseppe De Donno, i boss di Cosa Nostra Toto Riina, Leoluca Bagarella e Antonio Cinà, l'ex senatore Marcello Dell'Utri e l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino.

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