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Il procuratore capo di Napoli commenta le modifiche alla giustizia: “Riforme Nordio sono la prosecuzione della Cartabia”

Dalla Camorra che ammazza per il controllo del territorio, passando per quella a vocazione imprenditoriale, fino alla Camorra più sofisticata che utilizza il dark web, l’organizzazione criminale campana sembra essere una realtà multistrato. Lo ha spiegato benissimo pochi giorni fa il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri. Intervenuto a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, in corso a Castel Capuano, a Napoli, Gratteri ha ribadito che in seno all’organizzazione criminale campana sussistono tre livelli separati: “C'è quella che si ammazza per controllare 200 metri quadri, la camorra del mondo dell'imprenditoria e la camorra molto avanti del dark web”. Motivo per il quale - ha proseguito - “occorrono tre livelli di specializzazione delle forze dell'ordine per rispondere a queste varie camorre”. In particolare, per quanto riguarda la prima categoria di Camorra, quella disposta a intraprendere le faide per il dominio del territorio, “non mi pare che stiano vincendo e queste guerre significano debolezza e non forze delle mafie”. Ad ogni modo, “occorre una visione organica del codice penale, del codice di procedura penale e dell'ordinamento giudiziario. Con questi interventi spot che certe volte sembrano contraddittori - ha sottolineato Gratteri - non andiamo da nessuna parte”. Per questo stesso motivo, “bisogna sedersi attorno ad un tavolo con tutti gli addetti ai lavori, magistrati, avvocati e tutti quelli che vanno ogni giorno in udienza, che sanno veramente di cosa c'è bisogno per far funzionare il processo penale. Mentre con gente calata dall'alto, luminari di dottrina che non sono mai stati un giorno in udienza, abbiamo visto quali sono stati i risultati, e cioè la riforma Cartabia. Queste piccole riforme - ha concluso - cosiddette riforme Nordio, sono la conseguenza, la prosecuzione della Cartabia”. Volendo restare sui risultati poco entusiasmanti, è di pochi giorni fa la notizia relativa al malfunzionamento dell’applicativo che avrebbe dovuto velocizzare i processi, ma che di fatto ha rallentato il lavoro per tutti gli addetti ai lavori, da Nord a Sud dello Stivale. Il guasto al sistema reso obbligatorio a partire dal 14 gennaio scorso per il deposito telematico delle richieste di archiviazioni è ripartito dopo diverse ore, e solo dopo l’intervento della manutenzione straordinaria. Gratteri, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, è intervenuto anche su questo aspetto e ha spiegato: “Prima riuscivo ad archiviare un fascicolo in meno di 10 minuti, mentre oggi ci vogliono almeno 2 ore”.

Fonte: Ansa

Foto © Imagoeconomica

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